Terza età, la «svolta» assistenziale è servita

di Domenico Benzoni
La casa di riposo «Lucia Lorenzetti» di Artogne
La casa di riposo «Lucia Lorenzetti» di Artogne
La casa di riposo «Lucia Lorenzetti» di Artogne
La casa di riposo «Lucia Lorenzetti» di Artogne

Annunciato da tempo, ora l’accordo tra l’amministrazione comunale di Artogne e la Fondazione Angelo Maj di Darfo Boario è fatto: sullo sfondo c’è la gestione della casa di riposo artognese «Lucia Lorenzetti». Si stava lavorando da oltre un anno per poter affidare la struttura per anziani di via Franzoni a una realtà che sapesse garantirne la continuità di gestione e l’efficienza nel servizio, liberando l’amministrazione comunale di Artogne da un impegno gravoso dal punto di vista economico e gestionale. Finora ci si era affidati a cooperative di settore, che alla scadenza del contratto non sempre potevano assicurare continuità e criteri di conduzione uniformi; con tutti gli inconvenienti legati a personale, impegni economici e gestione (o qualità) del servizio. Adesso si cambia: dal primo gennaio e per un trentennio, la casa di riposo di Artogne sarà gestita appunto dalla Fondazione Angelo Maj, che ha in carico anche la struttura assistenziale di Darfo Boario, sotto la forma del comodato gratuito. L’accordo tra la sindaca Barbara Bonicelli e il presidente Umberto Barbolini prevede che a carico dell’amministrazione comunale rimanga la responsabilità civile per i rischi legati all’immobile, mentre la onlus che subentra - la Fondazione, appunto - si impegna a investire gradualmente sull’immobile una cifra non inferiore a un milione e mezzo di euro (50 mila all’anno). Con una garanzia: il pieno rispetto delle disposizioni testamentarie della signora Lucia Lorenzetti, la benefattrice che lasciò l’immobile perché se ne facesse un uso assistenziale dedicato agli anziani del paese garantendo la priorità di accesso ai cittadini di Artogne. Intanto è già stato fatto un pensiero sul destino del piano a solaio dell’edificio: ristrutturarlo per recuperare ulteriori posti letto, aumentando la capienza rispetto all’attuale trentina di posti accreditati. Ci sarebbe poi il problema della ex Camfart, lo storico edifico attiguo alla struttura assistenziale, un tempo fabbrica di mole abrasive e oggi proprietà del Comune, ma inutilizzabile. DEL RECUPERO si parla da decenni, e potrebbe diventare una importante succursale della Rsa. Soggetto a tutela da parte della Sovrintendenza, soprattutto per le capriate del tetto e le antiche condutture con ruota motrice che sfruttavano le acque del torrente, all’interno potrebbe ospitare alloggi assistiti e un salone multifunzione. Basterebbe chiudere un tratto di strada che separa i due immobili e collegarli con un percorso di valorizzazione anche storica. Se ne parlerà negli anni a venire. Per ora, col 2020 la casa di riposo Lucia Lorenzetti vivrà una nuova gestione, deliberata all’unanimità dal consiglio comunale. •

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