Torrenti prosciugati, basta saccheggi

di L.RAN.
L’aspetto desolante del torrente Grigna a Esine
L’aspetto desolante del torrente Grigna a Esine
L’aspetto desolante del torrente Grigna a Esine
L’aspetto desolante del torrente Grigna a Esine

L’hanno intitolata la «Protesta dei pesci di fiume», ed è un titolo efficace per ricordare il saccheggio di migliaia di corsi d’acqua, spesso ridotti a rigagnoli dal moltiplicarsi delle centraline idroelettriche e delle gestioni non di rado criminali. Sabato e domenica terranno banco due giornate nazionali di mobilitazione per la salvaguardia dei torrenti di montagna, e in Valcamonica aderiranno tutte le realtà impegnate: Comitato centraline, associazioni dei pescatori, Amici del torrente Grigna, Legambiente, Italia nostra e commissione Tutela ambiente montano del Cai. Anche questo territorio è tappezzato di impianti idroelettrici autorizzati dalla Provincia che captano le acque libere senza un piano preordinato; e le conseguenze, ben visibili, non mancano. La protesta valligiana si articolerà in cinque sit in che si svolgeranno sabato dalle 15 sul ponte di Montecchio, su quello sul Grigna e a Plemo sul torrente Resio. Domenica dalle 10 sarà la volta del torrente Allione a Forno d’Allione, e alle 11 alla centralina sull’Oglio a Capodiponte. Selfie, fotografie e filmati finiranno a Legambiente nazionale che organizza la mobilitazione con Free rivers Italia, il coordinamento di tutti i comitati italiani per i fiumi liberi. La mascotte dei presidi sarà il Cottus gobio, ovvero lo scazzone, un piccolo pesce torrentizio protetto dalle leggi europee e nazionali perché a rischio estinzione. «Con questi sit in vogliamo attirare l’attenzione del ministero dell’Ambiente che lo scorso anno ha emesso il decreto FER-1 confermando gli incentivi al mini idroelettrico - ricorda il presidente di Italia nostra di Valcamonica Dario Furlanetto -. Questo sostegno di Stato è la causa principale del moltiplicarsi delle centraline e della corsa senza regole alla concessioni per i prelievi idrici, che si spinge fin nei piccoli torrenti di montagna ancora integri. Così viene disattesa la Direttiva quadro Acque, con danni irreversibili agli ecosistemi e col rischio di esporre l’Italia a una nuova infrazione comunitaria». •

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