Trent’anni di «Italia nostra» Le campagne diventano libri

di L.RAN.
La presentazione delle «cronache» di Italia nostra camuna
La presentazione delle «cronache» di Italia nostra camuna
La presentazione delle «cronache» di Italia nostra camuna
La presentazione delle «cronache» di Italia nostra camuna

Dal primo presidente, Ciro Berdini, che la costituì nel 1984 con altri 16 soci guidandola fino al 1987, a Roberto Regola (dal 1988 al 1990), passando per Mario Bertolini (1990/1996), Umberto Sansoni (1997/2006) a Anna Maria Baschè, in carica dal 2002, Italia nostra di Valcamonica di strada ne ha fatta molta. Per celebrare (in ritardo) i 30 anni e oltre di attività, Baschè è riuscita a raccogliere in due pubblicazioni tutte le iniziative realizzate: quelle portate a termine e quelle che non hanno avuto successo. NEL PRIMO dei due libri sono state raccontate le campagne, i ricorsi, le indagini, gli interventi e le azioni condotte a salvaguardia del territorio e dei beni storici e artistici; nel secondo la copiosa documentazione prodotta e indirizzata a enti comprensoriali e Comuni. Di queste pagine, dalle quali emergono tutte le battaglie dell’associazione, ha parlato Giancarlo Maculotti, invitato dalla sezione a presentare la doppia opera, curata dalla stessa Baschè, dal marito Sandro Leali e dall’editore Francesco Ghilotti, nel Palazzo della Cultura di Breno. Un contributo di valore è venuto da Liliana Fratti, e chi ha buona memoria e qualche anno in più ricorda le iniziative condotte da Italia nostra a Breno contro i fumi della Tassara, il Teatro delle Ali, poi realizzato con un progetto riveduto, l’ipotesi di cava di gesso a Ono San Pietro, la riperimetrazione (saltata) del Parco dell’Adamello, il freno posto a demolizioni e alcuni salvataggi compiuti in alcuni paesi. In occasione della presentazione, Anna Maria Baschè si è augurata che «la pubblicazione favorisca una serie di riflessioni sulla Valcamonica dell’ultimo trentennio, e ci aiuti a capire meglio anche le dinamiche attive e positive. Ci fanno definito il “sindacato” che prende le difese di chi non lo può fare, come i boschi, i beni culturali e storici, e Italia nostra continuerà a svolgere questo ruolo, dicendo sì e dicendo no». . Durante l’incontro, la presidente ha premiato la tesserata più giovane, Letizia Leali, con il libro fresco di stampa, e nella stessa vernice c’è stata anche l’opportunità di tracciare un parallelo fra la situazione dell’ambiente, del territorio e dei paesi degli anni ’90 a oggi. NE È uscito un ritratto in chiaroscuro, con note positive riguardo la viabilità, con il traffico tenuto all’esterno dai paesi di fondovalle grazie alla superstrada, al migliorato arredo urbano, alla maggior cura dei parchi, al recupero delle coltivazioni e alla qualificazione della zona artigianale di Onera di Breno. Sul fronte opposto l’associazione ha ricordato l’eccessiva urbanizzazione, disordinata e senza soluzioni di continuità, lo svuotamento dei centri storici, la deturpazione dell’ambiente. E poi il danno maggiore, l’imperante campanilismo con la maggior parte dei sindaci che pensano troppo al particolare, l’assenza di un Pgt di valle e lo svuotamento delle competenze della Comunità montana. •

Suggerimenti