Tutti uniti per la Via Crucis La bellezza cerca ancora aiuto

La Via Crucis  del Simoni ha ancora bisogno di aiuti per arrivare a un completo restauroUn altro pezzo  del grande tesoro custodito da Cerveno
La Via Crucis del Simoni ha ancora bisogno di aiuti per arrivare a un completo restauroUn altro pezzo del grande tesoro custodito da Cerveno
La Via Crucis  del Simoni ha ancora bisogno di aiuti per arrivare a un completo restauroUn altro pezzo  del grande tesoro custodito da Cerveno
La Via Crucis del Simoni ha ancora bisogno di aiuti per arrivare a un completo restauroUn altro pezzo del grande tesoro custodito da Cerveno

Don Giuseppe Franzoni è una figura centrale per Cerveno. Non solo per il suo ruolo di parroco, ma anche per quello di grande promotore - da quando è arrivato in paese dieci anni fa - del lungo e complesso iter che ha preceduto e accompagnato il restauro delle prime otto «capéle» della settecentesca Via Crucis, forse il più importante bene artistico della Valcamonica realizzato da Beniamino Simoni nel santuario attiguo alla parrocchiale di San Martino. Attualmente è in corso il recupero della sesta e della nona cappella, e il sacerdote ha vissuto tutte le vicende e le difficoltà legate al recupero delle 198 statue in legno e gesso che animano le 14 stazioni. Ora può guardarsi parzialmente alle spalle (mancano ancora quattro stazioni al completamento del salvataggio) e si dice soddisfatto dopo aver portato a compimento più della metà dell’opera. Proprio lui ricorda che nell’ormai lontano 2014 arrivarono a conclusione i lavori sulle prime quattro capéle, favoriti dai contributi garantiti dall’8 per mille e da aiuti della presidenza del Consiglio dei ministri, della Regione, della Fondazione Cariplo e della Comunità montana. Quattro anni dopo, sempre con l’intervento della Regione sul Fondo di rotazione (con la restituzione del finanziamento a tasso zero), del Comune di Cerveno, del Bim e della Fondazione Tassara sono state recuperate la quinta e l’ottava. Arriviamo a oggi attraverso le parole di don Giuseppe: «D’accordo con l’amministrazione comunale, lo scorso anno la parrocchia ha partecipato al bando regionale riservato a enti e istituzioni ecclesiastiche per i restauri dei beni culturali, candidando la sesta e la nona capéla. Abbiamo ottenuto un contributo di 137.645 euro, pari al 50% del costo dell’intervento. Il recupero, iniziato il 14 settembre 2020, dovrà essere completato entro dicembre e stiamo cercando di trovare il restante 50% dei fondi. Al contributo della Regione si aggiungono i 20mila euro del nostro Comune e l’idendica donazione di Riva Acciaio e Comunità montana, oltre che somme minori messe a disposizione dai cervenesi e da altri benefattori». A questo punto don Giuseppe rivolge un appello a tutti coloro che vorranno contribuire a far terminare i restauri, ricordando che «la Sovrintendenza ci autorizza a raccogliere erogazioni liberali fino al 31 dicembre 2022: dalla quota donata le persone fisiche avranno il vantaggio di poter detrarre il 19% dalla denuncia dei redditi e le aziende il 100% dal versamento delle tasse». Il religioso è convinto che «solamente grazie all’unità d’intenti potremo coltivare la speranza di vedere coronato il sogno di restituire restaurata alle comunità locali, nazionali e internazionali, quest’opera di grandissima qualità artistica e culturale. Siamo certi che se il progetto, già autorizzato dalla Sovrintendenza, vedrà uniti a noi gli enti sovracomunali e le istituzioni non solo camune, alla fine offriremo un grande valore aggiunto alla Valcamonica». •.

Suggerimenti