TEMU'

Un mese di fatica e buio: il caso Ziliani è aperto

di Lino Febbrari

È trascorso un mese cadenzato in parte da ricerche affannose e poi proseguito nel buio totale attorno al caso di Laura Ziliani. Era l'8 maggio quando, attorno alle 11, le figlie della 55enne ex vigilessa di Temù, da qualche anno impiegata nell'Ufficio tecnico del comune di Roncadelle, avevano lanciato l'allarme al 112 spiegando che la loro mamma era uscita di casa alle 7 per una passeggiata nei boschi sopra l'abitato del paese dell'alta valle. Aveva lasciato detto che sarebbe rientrata attorno alle 10 perché aveva un appuntamento importante, al quale però non si era presentata. Dopo aver atteso per più di un'ora, le ragazze avevano fatto scattare le ricerche. Che subito si sono concentrate nella zona di Garìo, una località montana tra Temù e la frazione Villa Dalegno dove quella mattina una ragazza del posto avrebbe visto la donna scomparsa risalire un'impervia mulattiera. Per una settimana numerosi tecnici del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico, militari del Sagf della guardia di finanza, vigili del fuoco e volontari della protezione civile hanno setacciato a fondo tutta l'area e le località montane confinanti che la donna conosceva e frequentava. Tutto inutile. Le squadre di ricerca hanno ispezionato anche il luogo sopra le piste di Casola in cui il 12 dicembre del 2012 trovarono la morte sotto una valanga il marito Enrico Zani e l'amico Aldo Sandrini.Sette giorni di impegno incessante che purtroppo non hanno portato a nulla. Prima di chiudere il capitolo, su disposizione della Prefettura di Brescia domenica 16 è stata poi organizzata ed effettuata una maxi battuta alla quale hanno partecipato più di 150 soccorritori: è stato questo l'ultimo tentativo per ritrovare la donna prima di sospendere le ricerche. Ricerche che però erano state riavviate per alcune ore la domenica successiva: a rimetterle in movimento il ritrovamento di una scarpa vicino alla ciclabile e alla foce del torrente Fumeclo, una calzatura che i familiari avrebbero riconosciuto come appartenente alla scomparsa. Ma anche stavolta il sopralluogo, che ha interessato tutta l'asta del corso d'acqua che scende dalla Valle di Canè e che ha coinvolto una quarantina di specialisti del Soccorso alpino, non ha portato ad alcun esito. La misteriosa sparizione di Laura Ziliani ha dato ovviamente la stura alle ipotesi più inverosimili, e pare anche all'apertura di un fascicolo con l'ipotesi del reato di omicidio da parte della Procura di Brescia. Non è stata una mossa dettata da sospetti specifici, ma semplicemente un atto dovuto, sostengono fonti investigative, ogni volta che una persona scompare senza lasciare alcuna traccia.

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