Una via mozzafiato tra le vette
celebra il nome di Attilio Gheza

di Giuliano Ganassi
Nella via «Gheza» è inserita anche la croce di vetta del Pizzo CaminoAttilio Gheza: aveva 51 anni
Nella via «Gheza» è inserita anche la croce di vetta del Pizzo CaminoAttilio Gheza: aveva 51 anni
Nella via «Gheza» è inserita anche la croce di vetta del Pizzo CaminoAttilio Gheza: aveva 51 anni
Nella via «Gheza» è inserita anche la croce di vetta del Pizzo CaminoAttilio Gheza: aveva 51 anni

Un sentito omaggio a un figlio della montagna. A quasi quattro anni dalla morte, sotto una scarica di sassi mentre si arrampicava con un amico lungo la cascata «Cristalli di ghiaccio», in località Gap sotto le Raseghe a Valle di Saviore, ad Attilio Gheza, su proposta degli amici delle scuole di alpinismo e scialpinismo delle sezioni Cai di Cedegolo e Borno, è stata intitolata una via alpinistica che attraversa interamente il coronamento dell'altopiano di Borno.

L’INIZIATIVA, pernsata appunto per omaggiare una delle figure storiche del Cai Cedegolo e uno dei primi istruttori regionali di scialpinismo della sezione, è culminata nella messa in sicurezza di una via alpinistica di notevole lunghezza, il cui intero tracciato, con un buon allenamento alle spalle, può essere percorso in 12-14 ore, caratterizzato da difficoltà alpinistiche fino al IV grado Uiaa, alcune calate in corda doppia e una notevole esposizione sui versanti bornesi e scalvini. Tutti luoghi che l’istruttore Cai conosceva molto bene essendo residente da parecchi anni a Mazzunno, frazione di Angolo Terme.

LA VIA PARTE a Borno, in località Navertino, a quota 1025 metri, da un punto raggiungibile in automobile, per salire poi verso il Monte Arano.

Dove gli animatori del Cai hanno posizionato la bacheca che fornisce le indicazioni sul percorso «Attilio Gheza». Il tracciato, contrassegnato dai bolli azzurri e dai caratteristici fix meccanici con anello, tocca quindi il Rifugio Laeng (1780 metri), la croce di vetta del Pizzo Camino (2491 metri), il culmine della cima Tabak (2448 metri) superando una parete di VI grado, il passo della Porta, la cima Monte Negrino (2310 metri) e la Corna di San Fermo (2352 metri), dove terminano le difficoltà; dalla cima si scende lungo un costone erboso fino al rifugio San Fermo per raggiungere il Monte Arano e la località di partenza. Il Cai consiglia, per chi vuole affrontare la via «Attilio Gheza», una legatura di conserva lunga (circa 15-18 metri) e per gli escursionisti che affrontano il percorso in senso inverso da quello previsto (senso orario) la discesa dalla Nord del Pizzo Camino, prestando attenzione alle numerose vie d’uscita indicate sulla bacheca. Un ultimo consiglio riguarda la discesa dal passo della Porta, da evitare perché è costituita da un canalone con morena di grossa pezzatura quindi di percorrenza poco agevole.

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