Uno sguardo triste
sull’inciviltà. Il fiume è
diventato discarica

di L.FEBB.
La spazzatura che scende nell’Oglio a MonnoUna piccola parte dei rifiuti abbandonati
La spazzatura che scende nell’Oglio a MonnoUna piccola parte dei rifiuti abbandonati
La spazzatura che scende nell’Oglio a MonnoUna piccola parte dei rifiuti abbandonati
La spazzatura che scende nell’Oglio a MonnoUna piccola parte dei rifiuti abbandonati

È uno spettacolo allucinante quello che appare tra gli arbusti e gli alberi che stanno rimettendo le foglie. Una visione indecente che fa davvero male all’animo: un tratto di bosco dell’alta valle trasformato in un immondezzaio che scarica direttamente nell’acqua del fiume. Per vedere lo scempio ambientale realizzato nell’arco di un lungo periodo e sicuramente da più idioti è sufficiente fermare l’auto nella piazzola a fianco della statale del Tonale a poche centinaia di metri dal ponte dei Pellegrini, il manufatto che separa i territori di Incudine e Monno, e guardare in basso, verso le acque dell’Oglio che scorrono una trentina di metri al di sotto dell’asfalto. UNA SCENA raccapricciante si presenta alla vista: nella scarpata che strapiomba sulla sponda orografica destra del fiume è stato gettato di tutto e di più. Sacchi neri colmi di immondizia, lattine, bottiglie, teli e sacchetti di plastica, cartacce, copertoni di ogni marca e dimensione, batterie esauste, mobili e sanitari, pezzi di calcestruzzo, mattoni, sacchi di cemento, contenitori alimentari e ogni genere di rifiuti; compresa una camera d’aria forata probabilmente lanciata nel vuoto da un ciclista dopo averla sostituita con una nuova, e rimasta appesa al ramo di un albero. Nell’elenco anche decine di pelli e ossa di ungulati, cervi e caprioli: ciò che resta dei molti, troppi atti di bracconaggio compiuti in zona, dei quali gli autori si sono disfatti semplicemente abbandonandoli tra i rovi e la vegetazione. Come d’altronde hanno fatto decine e decine di altre persone incivili, che non si sono minimamente preoccupate dello sfregio causato all’ambiente. Una discarica a cielo aperto posizionata in un punto ideale, perché qui è facilissimo disfarsi del pattume senza essere colti sul fatto. Compiere il gesto idiota non è semplice solo per il turista cretino che non vuol riportare a casa il sacco nero, ma è comodo anche per il residente senza cervello, al quale basta parcheggiare l’auto o il trattore per disfarsi degli scarti che invece andrebbero conferiti in un centro di raccolta o semplicemente inseriti nei recipienti per la raccolta differenziata; pratica ormai diffusa nella maggior parte dei Comuni dell’alta valle. •

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