«Via Lucis», il grande spettacolo della fede

di Luciano Ranzanici
Lo splendido centro storico punteggiato da migliaia di lumini
Lo splendido centro storico punteggiato da migliaia di lumini
Lo splendido centro storico punteggiato da migliaia di lumini
Lo splendido centro storico punteggiato da migliaia di lumini

Con grandissima partecipazione di fedeli e di spettatori, a Bienno ha destato meraviglia la decima edizione della «Via Lucis», il percorso iconografico di devozione in onore della santa biennese fondatrice dell’Ordine delle Sacramentine, nel decennale della sua canonizzazione. «Un momento importantissimo, secondo per affluenza solamente alla Mostra mercato, ma di grande significato religioso e spirituale»: così l’ha definita il vicesindaco Ottavio Bettoni. Dal canto suo Suor Lidia Colombo, superiora delle Sacramentine di Bienno, ha parlato della figura di Suor Geltrude Comensoli come di «una testimone di bellezza, fede e carità nell’attestare con i molteplici accadimenti della sua vita la strada per arrivare alla Luce». LA MANIFESTAZIONE era imperniata sul racconto drammaturgico della Santità, recitato, narrato, suonato, cantato e danzato dai bravi volontari dalle associazioni del paese coordinati dalla regista Bibi Bertelli, con la partecipazione degli artigiani del Borgo. La particolare ambientazione ha reso ancora più suggestivo il cammino lungo la salita da via Contrizio alla chiesa di San Faustino, tra migliaia di lumini e da addobbi floreali a ornare un centro storico che ha pochi eguali. In questa colorata scenografia, Bibi Bertelli ha inserito un saggio di tecnologia multimediale affidato all’artista bresciano Marco Inselvini, che con il videomapping «Gesù amarti e farti amare» ha interpretato il contesto nel quale è nata la vocazione di Suor Geltrude. DALLA FINESTRA della casa natale della fondatrice delle Suore Sacramentine, un fascio di luce indirizzato verso il cielo ha segnato il percorso devozionale da via Contrizio. Il racconto drammaturgico si è snodato nelle dodici tappe, ognuna della quali abbinata alla «missione» e alla vita della compatrona. Nelle piazze, nelle vie del centro storico e infine nella parrocchiale, sulle pareti delle case ed agli incroci campeggiava la sua immagine. Grande la suggestione della rappresentazione, pari alla compostezza dimostrata dalla gente. Oltre alle voci, ai canti e alle musiche, è risultato quasi melodioso il suono familiare del battere il ferro dei «maister». Eccellente l’organizzazione di Parrocchia e Comune, della Scuola dell’Infanzia intitolata a Geltrude Comensoli e, soprattutto, determinante e coinvolgente la partecipazione delle associazioni, che hanno rappresentato al meglio la comunità locale. •

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