Abbraccio all’ultimo reduce Zambelli racconta la Russia

di Massimo Pasinetti
Primo Zambelli festeggiato dagli alpini del gruppoNel 2014 dall’Australia sono arrivati in visita due nipoti
Primo Zambelli festeggiato dagli alpini del gruppoNel 2014 dall’Australia sono arrivati in visita due nipoti
Primo Zambelli festeggiato dagli alpini del gruppoNel 2014 dall’Australia sono arrivati in visita due nipoti
Primo Zambelli festeggiato dagli alpini del gruppoNel 2014 dall’Australia sono arrivati in visita due nipoti

Alpini in festa a Vestone per Primo Zambelli, l’ultimo reduce della campagna di Russia. Come ogni anno le penne nere fanno visita alla Casa di riposo di Nozza al loro iscritto più anziano, il reduce di Russia Primo Zambelli che combattendo agli ordini di Mario Rigoni Stern, fu ferito nell’ultima battaglia a Nikolajewka. Classe 1922, Zambelli ha lucidi ricordi e racconta aneddoti e storie vissute in battaglia. Ed anche stavolta lui, prossimo al traguardo dei 97 anni, ha tenuto banco in occasione del tesseramento che il gruppo alpini di Vestone gli ha consegnato. Come sempre, contento ma pronto a commuoversi: «Non amo raccontare, perché questo risveglia in me ricordi tragici e tristi, di quando dovetti lasciar dietro di me tanti compagni. Ma assieme ai miei alpini, raccontare diventa più facile». Gli alpini vestonesi più giovani hanno festeggiato il loro decano ed ultimo reduce di Russia, alpino da 77 anni (fu chiamato alle armi il 21 gennaio 1942 nella 55^ Compagnia del 6° Reggimento alpino del Battaglion Vestone della gloriosa Divisione Tridentina) ed è iscritti al gruppo vestonese fin dal 1946. Primo Zambelli, nato a Levrange vecchia di Pertica Bassa (visse l’evento franoso del ‘59, costretto ad abbandonar casa per mai più ritornarci), da un po’ di anni vive a Nozza nella Casa di riposo «Angelo Passerini». Ora i problemi alle gambe lo costringono in carrozzella. Ma la salute fisica e quella mentale, oltre alla voglia di vivere dopo esser stato più volte vicino alla morte in Russia, lo sostengono con invidiabile lucidità. «Consegnargli la tessera di socio onorario, la 74esima dopo la prima del 1946 - commentano gli alpini del Gruppo vestonese - è dovuto. Lui è un simbolo dello spirito alpino sia in guerra che in pace». E Zambelli, oggi, visto che ormai molti di coloro che combatterono tra gli alpini nella Campagna di Russia e tornarono ora sono «andati avanti» o non hanno più la lucidità per esser testimoni, è forse l’ultimo a conservare i ricordi di quella tragica esperienza lungo il Don. •

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