Agnosine, il
paese-fabbrica
diventa verde

di Massimo Pasinetti
Uno scorcio che sintetizza il risultato del recupero Agnosine: l’area della ex Rivadossi è diventata un parco urbano e il paese ha ritrovato anche il torrenteUna fase della demolizioneLa vecchia fabbrica oggi scomparsa quando era ancora in piedi ma già dismessa
Uno scorcio che sintetizza il risultato del recupero Agnosine: l’area della ex Rivadossi è diventata un parco urbano e il paese ha ritrovato anche il torrenteUna fase della demolizioneLa vecchia fabbrica oggi scomparsa quando era ancora in piedi ma già dismessa
Uno scorcio che sintetizza il risultato del recupero Agnosine: l’area della ex Rivadossi è diventata un parco urbano e il paese ha ritrovato anche il torrenteUna fase della demolizioneLa vecchia fabbrica oggi scomparsa quando era ancora in piedi ma già dismessa
Uno scorcio che sintetizza il risultato del recupero Agnosine: l’area della ex Rivadossi è diventata un parco urbano e il paese ha ritrovato anche il torrenteUna fase della demolizioneLa vecchia fabbrica oggi scomparsa quando era ancora in piedi ma già dismessa

Sono serviti 10 anni perché ad Agnosine si assistesse alla trasformazione radicale del vecchio cuore industriale del paese. E sabato è arrivato finalmente il momento atteso dell’inaugurazione, forzatamente «ristretta» per rispettare il distanziamento sociale. In primo piano nel sabato agnosinese c’era la presentazione del recupero dell’area ex Rivadossi, iniziato appunto 10 anni fa; più defilata la posa di una statua in legno di don Carlo Gnocchi, un regalo che il sindaco Giorgio Bontempi ha fatto ad alpini, volontari e comunità. «IL COSTO totale del recupero dell’area ex Rivadossi - ha ricordato Bontempi - circa 8.500 metri quadri contaminati da cromo, rame, zinco e nichel e attraversati dal torrente Bondaglio che adesso è tornato visibile, è stato di due milioni e 174mila euro, e l’iter è iniziato nel 2010». Le fasi che hanno segnato il decennio? «L’operazione è iniziata con l’acquisto dell’area partecipando alla procedura concorsuale ex Rivadossi e sottoscrivendo un mutuo di 500mila euro, l’unico acceso nei 12 anni della mia gestione da sindaco», ha ricordato Bontempi. Poi è toccato a demolizione e smaltimento del tetto in cemento amianto dei capannoni, allo smantellamento degli edifici industriali e alla bonifica dell’area. «Abbiamo anche riportato alla luce il corso del torrente Bondaglio, per poter mettere in condizioni di sicurezza idrogeologica il corso d’acqua e per recuperare un pezzo di panorama - prosegue il primo cittadino -. Senza dimenticare la posa di pietre nell’alveo». Proseguendo, i versanti liberati dalla fabbrica sono stati consolidati con la creazione di terre armate, è stato realizzato un collegamento tra il centro del paese e la frazione Trebbio, sono state messe a dimora piante nel nuovo parco è c’è stata la posa di staccionate in legno a protezione del torrente. «Ma abbiamo anche voluto ripristinare il vecchio lavatoio, e a memoria del passato industriale è stato collocato qui un vecchio tornio». AD AGNOSINE hanno scavato nel passato rileggendolo, e dove c’era un’azienda che ha fatto la fortuna di molte famiglie negli anni del boom economico sono riusciti a dare vita a un giardino a ridosso della strada provinciale che attraversa il paese, con panchine, piante e fontana; con ringhiere di protezione, staccionate e siepi per la messa in sicurezza dei punti pericolosi. Con in più la gradita aggiunta rappresentata da alcune panchine in legno massiccio donate al paese dallo scultore Guido Formenti. Infine l’asfaltatura della provinciale e la posa di rampe di accesso al parco e di una segnaletica specifica, «tutto questo senza alcun costo a carico dei cittadini - sottolinea con orgoglio il sindaco -, come per tutte le altre opere pubbliche che sono state realizzate in questi anni. Per raggiungere questo obiettivo è stata utilizzata una parte degli avanzi di amministrazione; poi i fondi legati a convenzioni per oneri di urbanizzazione straordinari, e contributi a fondo perduto da enti superiori». •

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