Ambiente, c’è troppo cemento sulla Valsabbia

di M.PAS.
Una veduta dell’abitato di Bagolino, tra i comuni che percentualmente hanno cementificato di meno
Una veduta dell’abitato di Bagolino, tra i comuni che percentualmente hanno cementificato di meno
Una veduta dell’abitato di Bagolino, tra i comuni che percentualmente hanno cementificato di meno
Una veduta dell’abitato di Bagolino, tra i comuni che percentualmente hanno cementificato di meno

Il quadro ambientale della Valsabbia? Più cemento e asfalto che nascite, ma un minor consumo di suolo rispetto alle medie provinciale e nazionale. Sembrerebbe un dato incoraggiante, ma la scomparsa di terreni non edificati è in realtà un fenomeno troppo importante, perché il cemento cresce a una velocità maggiore rispetto a quella dell’incremento della popolazione. Passando ai numeri, come detto rispetto alla media nazionale la valle è percentualmente inferiore (6,20% a fronte del 7%), e lo è decisamente molto se rapportata alla realtà del resto del Bresciano (il 6,20% si confronta infatti con un elevato 10,3%, pari a quasi 50mila ettari di suolo urbanizzato). IL QUADRO emerge dal «Rapporto sul consumo di suolo 2019» curato dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ed ecco nel dettaglio la situazione in Valsabbia. In testa alla classifica dei «mangiatori di terreno» del 2019 c’è Gavardo, con 431 ettari spariti, seguito da Vobarno con 265, da Serle con 234, da Bagolino con 216 e da Sabbio Chiese con 162. I più rispettosi? Treviso Bresciano con 33 ettari, Capovalle, Provaglio Valsabbia, Barghe, Lavenone e Pertica Alta con rispettivamente 40, 41, 43, 46 e 49 ettari. Il quadro considera anche i Comuni che hanno cementificato percentualmente di più sulla base degli ettari di suolo disponibili: il peggiore è stato Roè Volciano (con il 23,7%) seguito da Villanuova, Paitone, Odolo, Gavardo, Serle e Vestone (tutti municipi con un dato percentuale in doppia cifra). Sul fronte opposto troviamo Lavenone con l’1,5%, seguito da Capovalle con l’1,7%, da Pertica Bassa e Treviso Bresciano con l’1,8 e da Bagolino col 2%. La strana posizione di Bagolino dipende dal fatto che pur essendo terzo per l’occupazione in valore assoluto (234 ettari) dispone di un’estensione molto vasta, anche se per il 96% montagnosa e boscosa, quindi inadatta all’urbanizzazione. •

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