Anziani, 15 generosi contro il virus

Alcuni dei componenti della task force della Rsa di VobarnoL’esterno della casa di riposo Irene Rubini Falck
Alcuni dei componenti della task force della Rsa di VobarnoL’esterno della casa di riposo Irene Rubini Falck
Alcuni dei componenti della task force della Rsa di VobarnoL’esterno della casa di riposo Irene Rubini Falck
Alcuni dei componenti della task force della Rsa di VobarnoL’esterno della casa di riposo Irene Rubini Falck

Massimo Pasinetti Non è l’unica struttura assistenziale ad aver fatto questa scelta forte, ma indubbiamente il personale che opera nella Fondazione «Irene Rubini Falck» di Vobarno merita un inchino e una valanga di «grazie». Ci vuole infatti coraggio, servono abnegazione e generosità per far parte della task force di una quindicina di persone confinate per 10 giorni nella «zona rossa» della casa di riposo 24 ore su 24, utilizzando il salone attrezzato con brandine per dormire. SERVE a ridurre le possibilità di contagio in ingresso e in uscita, e l’iniziativa è stata messa in campo «per tutelare sia gli ospiti, sia il personale», spiega il presidente della Fondazione Andrea Magri. L’idea è stata avallata dal cda della casa di riposo, ma poi è stato necessario formare una squadra di soli volontari: «Tutti gli operatori sono stati contattati dalla coordinatrice Sara Mora per dare o meno la propria disponibilità in questo momento difficile - prosegue Magri -, segnato anche dal fatto che tante persone sono in malattia e quindi da una carenza di organici». Nonostante le difficoltà la squadra si è formata, composta da 7 operatrici Asa, 8 infermieri, una dottoressa e la coordinatrice di struttura. Tutti, già all’interno della struttura, rimarranno in prima linea ancora per giorni (in tutto una decina) a fronteggiare l’emergenza, gestendo la zona in cui sono isolati alcuni pazienti sicuramente covid 19 e altri ospiti in condizioni sospette. «Attualmente col personale attivo si riescono a gestire i turni ma solo saltando i riposi. Così invece le maestranze che hanno accettato di partecipare all’esperimento potranno effettuare più turni di meno ore, andando oltre le 12 ore giornaliere davvero massacranti per 10 giorni consecutivi - prosegue il presidente -. Il personale sanitario che fa parte dell’équipe (volontario ma retribuito adeguatamente) sta affrontando un grande sacrificio personale per fornire un’ottima qualità assistenziale agli ospiti». Il gruppo d’emergenza terminerà l’esperienza l’8 aprile; ma poi, visto che l’emergenza proseguirà, ci sarà presumibilmente un bis, e «non smetteremo mai di ringraziare chi si è messo in gioco», chiude Magri. •

Suggerimenti