Anziani «perduti», l’assistenza si allarga

di Mila Rovatti
La casa di riposo di Bagolino allarga l’assistenza
La casa di riposo di Bagolino allarga l’assistenza
La casa di riposo di Bagolino allarga l’assistenza
La casa di riposo di Bagolino allarga l’assistenza

Arriva da Bagolino una importante novità nel campo dell’assistenza alla terza età più fragile. La Regione ha riconosciuto alla Fondazione Beata Lucia Versa Dalumi, la onlus che gestisce la casa di riposo, l’attivazione di 10 nuovi posti nel nucleo Alzheimer. Grazie alla convenzione alcuni spazi già accreditati sono stati convertiti, e oggi nella Rsa dell’alta Valsabbia i posti a disposizione di questa malattia degenerativa sono passati da 20 a 30. «LA FONDAZIONE aveva partecipato al bando indetto dalla Regione che - ricorda la direttrice Edi Moneghini -, ricevuta la richiesta, ha effettuato un’ispezione alla struttura lo scorso giugno, riconoscendo la presenza dei requisiti gestionali e strutturali indicati nel bando e nel decreto della direzione generale Welfare». L’imponente intervento di ampliamento fatto sulla struttura dal 2009 al 2011, e le successive opere di riqualificazione architettonica degli anni 2012 e 2015, hanno consentito la realizzazione di una nuova unità operativa dotata di tutte le più moderne attrezzature per l’accoglienza degli ormai tanti anziani che «non ricordano», e gli sforzi della Fondazione sono stati riconosciuti. «Secondo il Rapporto mondiale Alzheimer 2018 - continua la dottoressa Moneghini - in Italia sono un milione 241 mila le persone affette da demenze, e di queste si stima che siano oltre 600 mila siano colpite da Alzheimer. Sono invece circa 3 milioni le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza. Le richieste che ci arrivano per accogliere malati sono sempre più frequenti, quindi per la Fondazione uno degli obiettivi è quello di essere un punto di riferimento e di sostegno per i familiari». La struttura è ora dotata di 120 posti letto di cui 80 ordinari accreditati, 30 riservati al nucleo Alzheimer protetto e 10 posti «solventi», per i quali la Fondazione non riceve contributi economici da parte della Regione. Nel nuovo nucleo Alzheimer vengono applicate le terapie più innovative, sono stati studiati e realizzati spazi e ambienti protetti, come la stanza sensoriale, che consentono a questi ospiti di condurre una vita stimolante e sicura. Infine, un ruolo fondamentale è ricoperto dal personale, formato con grande attenzione. «Abbiamo raggiunto un obiettivo importante - conclude Moneghini -; per questo voglio ringraziare tutto lo staff della Fondazione». •

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