Biblioteca, mille
stop al taglio
della cultura

di Massimo Pasinetti
La nuova destinazione della raccolta scelta dalla giunta
La nuova destinazione della raccolta scelta dalla giunta
La nuova destinazione della raccolta scelta dalla giunta
La nuova destinazione della raccolta scelta dalla giunta

È un braccio di ferro che sembra destinato a durare a lungo quello avviato a Vobarno attorno al destino della biblioteca. In sintesi, un gruppo corposo di cittadini dice «no» al trasloco della struttura, e sostiene con oltre mille firme la campagna lanciata dal Comitato «Salvabiblio». È una risposta importante alla decisione dell’amministrazione comunale a guida leghista che intende spostare «La Pigna» dalla sede in cui si trova dal 2006: «Una sede di prestigio - ricordano dal Comitato -, nata quando è avvenuto il recupero dell’area dell’ex Falck. Da allora questa cattedrale della Cultura, che gode di 1600 metri quadrati di spazi aperti al pubblico, e di aree destinate solo ai più piccoli, di oltre 50 mila volumi, di materiali multimediali e grafici, di un auditorium da più di 100 posti, di postazioni multimediali e connessione wi fi, è il fiore all’occhiello della Cultura a Vobarno e in Valsabbia». «È stata collocata poi in una struttura pregevole che architettonicamente richiama l’antica struttura produttiva della punteria dell’ex Falck, e ora questo fiore all’occhiello verrà smantellato, come deciso da chi ci amministra, per spostarlo nel palazzo dell’ex municipio».


UN EDIFICIO che dispone di soli 369 metri quadrati: «Sono meno di un quarto dei 1600 attuali, con la possibilità di esporre solo il 30% dei libri a disposizione, mentre il 70% finirà in un magazzino chiuso al pubblico. Senza contare che i metri disponibili sono posti su 4 piani, con enormi difficoltà per il controllo e la fruibilità dei testi. E l’auditorium? Al piano terra dell’ex municipio ci potrà essere spazio per una trentina di posti, insufficienti per incontri, proiezioni o mostre». Il Comitato attacca anche sulla sicurezza: «All’ex municipio si accede da uno scalone dell’800, l’unica via di fuga in caso di emergenza». Intanto, nell’attuale struttura già sta cambiando qualcosa: «Si spende molto di meno per l’acquisto di libri, e si è ridotto l’orario di apertura, tagliando anche alcune iniziative. Sembra che la filosofia sia questa: la cultura non paga, non porta voti, non produce risorse. Perché non aprire invece una discussione coi cittadini, anche alla luce delle oltre mille firme raccolte?».

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