Biblioteca, no al cambio di sede: «Sarebbe un errore traslocare»

di Massimo Pasinetti
L’attuale sede della biblioteca all’interno dell’ex punteria Falck
L’attuale sede della biblioteca all’interno dell’ex punteria Falck
L’attuale sede della biblioteca all’interno dell’ex punteria Falck
L’attuale sede della biblioteca all’interno dell’ex punteria Falck

Trasloco sì, trasloco no. Il caso biblioteca è sempre più sotto i riflettori a Vobarno, con il Comune che sembra seriamente intenzionato a riportare la raccolta civica in centro, negli spazi dell’ex municipio da poco ristrutturato (la conferma è arrivata di recente anche dall’assessore Giuseppe Ferrari). Una decisione che fa parecchio discutere e contro la quale si sono schierati in molti, dall’ex sindaco Carlo Panzera a Fabrizio Galvagni, convinti che l’attuale collocazione, in quella che fu la punteria Falck, sia un valore aggiunto da difendere. Ultimo in ordine di tempo a intervenire è Gian Bonelli, bibliotecario a Vobarno per più di 40 anni e ora in pensione. «PRENDO ATTO di quanto si dice dello spostamento della biblioteca dalla sede di piazza Corradini all’ex municipio e vorrei dire la mia». Dall’alto della sua esperienza Bonelli fa notare che negli ultimi anni non si è fatto altro che «tagliare e tagliare: nel 2015 il 50% del budget annuo per il rinnovo documentale, poi la riduzione di 10 ore a settimana di apertura al pubblico, quindi l’eliminazione di una figura professionale; nel 2016 il taglio di 40 abbonamenti ai periodici, nel 2017 l’azzeramento del budget per l’acquisto dei libri. Senza poter nulla dire al Comune, senza soldi. Ma per me s’è calcata troppo la mano per svilire il servizio nel suo insieme. Mi sono chiesto anche perché chi c’era prima non ha tagliato, pur in carenza di fondi. Semplice: per una maggiore attenzione al settore culturale». E il cambio di sede? «L’attuale è piena di difetti, costa, è fuori controllo. Una nave che affonda. Quindi ci si sposta nell’ex municipio. L’ex Comune è uno degli edifici pubblici più belli di Vobarno, ma siamo sicuri che sia adatto come biblioteca? È stato fatto uno studio? E se dispone di meno di 1000 metri quadri - meno della metà dei 2000 attuali - basterà?». I dubbi riguardano anche la portata delle solette, l’adattabilità delle attrezzature, il personale, l’importo delle spese da sostenere per il trasloco del materiale. «E che sviluppo potrà avere un servizio dagli spazi dimezzati? Non val la pena di sentire che ne pensa la gente?». E quindi? «Credo che la soluzione migliore sia risparmiare restando lì e ottimizzando la struttura. Anche perché quale sarà poi il destino dell’ex biblioteca, monumento di archeologia industriale a vocazione culturale che sarà abbandonato senza un valido motivo se non la cocciutaggine di chi vuole dimostrare l’impossibile?». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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