Cadavere nel canale, l’ombra dell’omicidio

La centrale idroelettrica dove è stato ripescato il cadavere
La centrale idroelettrica dove è stato ripescato il cadavere
La centrale idroelettrica dove è stato ripescato il cadavere
La centrale idroelettrica dove è stato ripescato il cadavere

Sembrava un suicidio, ma potrebbe invece trattarsi di un omicidio. C’è una clamorosa, almeno per il momento, svolta nella morte di Jessica Mantovani la 37enne di Villanuova sul Clisi, recuperata senza vita a giugno nei cassoni della centrale idroelettrica di Prevalle. Nelle scorse ore il sostituto procuratore Gianluca Grippo ha iscritto nel registro degli indagati una persona. Si tratta di un uomo, un cinquantenne italiano, che vive in zona e già conosciuto alle forze dell’ordine per questioni legate allo spaccio di stupefacenti. L’ipotesi di reato al momento è quella di omicidio. «La situazione per il momento è questa - spiegano gli inquirenti - Nei prossimi giorni lo scenario potrebbe mutare nuovamente». Inizialmente, come detto, si pensava che la 37enne di Villanuova sul Clisi potesse avere fatto tutto da sola, decidendo di togliersi la vita. A instillare qualche dubbio negli inquirenti e negli investigatori sono stati i risultati dell’autopsia. Sul corpo della donna erano presenti alcuni lividi, la testa aveva una profonda ferita e soprattutto nei polmoni non era presenta una tale quantità di acqua che potesse avvalorare l’ipotesi dell’annegamento. Per questo l’orizzonte investigativo si è allargato. PER GLI INQUIRENTI la donna, alle spalle qualche problema di tossicodipendenza che una decina di anni fa l’aveva fatta finire nei guai per una vicenda di spaccio, potrebbe essere stata gettata in acqua già morta o con una condizione fisica già particolarmente compromessa. Non viene nemmeno esclusa l’ipotesi che la 37enne possa essersi sentita male e che chi era con lei abbia preferito abbandonarla piuttosto che soccorrerla. Qualche chiarimento in più potrebbe fornirlo proprio l’uomo finito nel registro degli indagati. «L’iscrizione - spiegano gli inquirenti - è un atto dovuto e di garanzia nei suoi confronti in vista di alcuni nuovi accertamenti tecnico-scientifici che dovremo eseguire». L’uomo già nei prossimi giorni potrebbe essere ascoltato dal magistrato titolare dell’inchiesta e dagli investigatori. Il cinquantenne potrebbe essere stata l’ultima persona ad avere visto viva la 37enne e le sue parole potrebbero fare luce sulle ultime ore di vita di Jessica Mantovani. IL SUO CORPO era stato trovato lo scorso 13 giugno nei filtri del corso d’acqua che alimenta la centrale idroelettrica di Prevalle. A trovarla era stato un addetto alla manutenzione dell’impianto che aveva immediatamente chiamato le forze dell’ordine. Per un paio di giorni l’identità della vittima era rimasta sconosciuta poi il corpo di Jessica era stato riconosciuto dal padre che da qualche giorno la stava cercando. Subito si era pensato a un gesto estremo o ad una tragica disgrazia. A tre mesi di distanza qualcosa potrebbe essere cambiato. Da qui la decisione della procura di iscrivere il 50enne nel registro degli indagati. •

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