VILLANUOVA

Cadavere ritrovato nel bosco: un dramma lungo sei mesi

di Massimo Pasinetti
Il corpo senza vita era stato avvistato nel tardo pomeriggio di sabato da alcuni escursionisti

  Dramma a Villanuova. Nella giornata di ieri è stato recuperato il corpo senza vita di una persona nei pressi della tangenziale, la 45 Bis che bypassa l’abitato, nel tratto tra le prime due gallerie che dallo svincolo villanovese conducono a Gavardo; e secondo una prima valutazione si tratterebbe di Luigi «Gino» Pilenghi, 88 anni, villanovese scomparso lo scorso 10 ottobre e a lungo cercato in un’area vasta circa due chilometri quadrati, con il campo base allestito nella palestra comunale, prima di sospendere le ricerche. Ora, per una conferma definitiva che si tratti davvero dell’anziano di Villanuova, si dovranno attendere i risultati d sul Dna. Ma la possibilità di una sicura conferma è assai elevata, pur se il condizionale è ancora d’obbligo. Dopo il ritrovamento del corpo da parte di alcuni escursionisti (sopra il muro a monte della superstrada c’è una fitta boscaglia con alcuni sentieri che arrivano fino a quel luogo) sono arrivati sia i carabinieri della stazione di Gavardo che i Vigili del fuoco e la Polizia Locale della Vallesabbia, oltre al sindaco di Villanuova Michele Zanardi. E subito si è pensato che potesse trattarsi di «Gino», scomparso da casa più di 6 mesi fa. Solitamente l’anziano usciva di casa per le sue passeggiate, ma cosa sia accaduto quel 10 ottobre 2020 non è dato sapere. Si possono solo fare delle ipotesi (una caduta, un possibile momento di disorientamento, un malore improvviso); sta di fatto che l’uomo era finito al di fuori del solito percorso che si snodava sui sentieri del monte Covolo, pur se è stato ritrovato a solo 1.000, forse 1.500 metri dalla sua abitazione a Villanuova, in via Legnago. Per consentire un agevole recupero dei poveri resti la strada è stata momentaneamente chiusa al traffico. Ad ottobre le ricerche da parte di Soccorso Alpino, unità cinofile, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, carabinieri, Polizia Locale e volontari vari ma anche con droni ed elicottero proseguirono per un paio di settimane puntando anche sul monte Covolo, ma senza risultati. Con il timore, sempre più concreto per la moglie ed i due figli Claudio e Rossella, di non poter avere mai più un corpo sul quale piangere. L’unica nota infatti, se si può considerare tale, positiva, oggi, se verrà confermato che si tratta di Gino, è che i suoi cari avranno una tomba sulla quale piangere. Ora sarà il magistrato a doversi pronunciare sugli accertamenti da eseguire sul cadavere. Le prime segnalazioni erano arrivate nel pomeriggio di sabato da parte di alcuni escursionisti. Poi, ieri mattina, si è proceduto al recupero da parte dei vigili del fuoco, attivati anche i volontari del Soccorso alpino della Valsabbia. La sera del dieci ottobre nella zona in cui è avvenuto il ritrovamento si verificò un forte temporale e questo può aver reso più difficoltoso il ritorno a casa dell’anziano. A tutto ciò va aggiunto che il corpo senza vita recuperato ieri, inizialmente poteva trovarsi in un’altra zona e in questi mesi, gli agenti atmosferici possono averlo portato fino al muro di contenimento dov’è stato ritrovato. Dai primi accertamenti sembra però che l’abbigliamento indossato dall’anziano al momento della scomparsa sia compatibile con i vestiti, o quanto ne rimaneva, che il cadavere ritrovato aveva addosso. Altissime quindi le possibilità del ritrovamento del corpo di «Gino», ma l’ufficialità arriverà solo nelle prossime ore.•.

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