Case popolari, una rarità In media dieci aspiranti per ogni alloggio libero

di Alessandro Gatta
Case popolari  in Valsabbia. Il bando di assegnazione offriva davvero pochissimo
Case popolari in Valsabbia. Il bando di assegnazione offriva davvero pochissimo
Case popolari  in Valsabbia. Il bando di assegnazione offriva davvero pochissimo
Case popolari in Valsabbia. Il bando di assegnazione offriva davvero pochissimo

C’è tanta fame di case anche in Valsabbia, ma gli alloggi popolari non bastano mai: sono più di 200 le domande ricevute in queste ultime settimane per appena 21 appartamenti disponibili in tutto l’ambito, che ricordiamo racchiude 27 municipi (da Bagolino a Serle passando per i centri più grandi, e dove l’emergenza abitativa è più concreta: Gavardo, Prevalle, Vestone, Villanuova e Vobarno) per un totale di circa 75mila abitanti. Sono i numeri del bando per i Sap, i Servizi abitativi pubblici; le vecchie case popolari con una nuova denominazione: in questi giorni sono state pubblicate le prime graduatorie provvisorie, entro un paio di settimane (in cui verranno valutate eventuali integrazioni di documenti) arriveranno anche quelle definitive. Tutti coloro che non avranno un’assegnazione saranno inseriti in una graduatoria permanente, una lista d’attesa per appartamenti che potrebbero liberarsi o per un nuovo bando (che difficilmente ci sarà prima del 2022). Anche i numeri valsabbini confermano un trend purtroppo comune in tutta la provincia (e in regione, e oltre): a ogni alloggio libero corrispondono almeno dieci richieste. Così nel dettaglio per gli alloggi Aler, cioè quelli di proprietà dell’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale: 6 domande per un alloggio a Bione, 6 per due appartamenti a Odolo, 2 per 3 appartamenti a Pertica Bassa, 26 per otto alloggi a Vestone, 30 richieste per una sola casa a Villanuova, 48 per 2 a Vobarno. Il totale fa 118 richieste per 17 appartamenti, a cui si aggiungono quelle per i 4 di proprietà comunale messi a disposizione nel bando appena chiuso: per tre abitazioni a Gavardo si contano 86 richieste (il rapporto è quasi di trenta a uno) mentre ancora si attendono i dati di Prevalle (che aveva una sola residenza a disposizione). Le graduatorie dell’Aler e quelle comunali sono diverse, ma per forza di cose s’incrociano: chi abita o lavora in un paese dell’ambito può presentare infatti richiesta sia per il Comune di residenza, sia per quello in cui presta attività lavorativa. I due enti (l’Azienda regionale e i municipi con alloggi disponibili, solo Gavardo e Prevalle) confrontano le «classifiche» così da evitare una doppia assegnazione. La carenza di alloggi popolari è diffusa: è così a Brescia, dove sono arrivate 1.020 domande al Comune e 1.113 all’Aler per 102 alloggi totali; ma anche nel ricco lago di Garda, dove si segnalano 364 opzioni per i 19 alloggi liberi dell’Aler, ma anche 195 per i 9 comunali a Desenzano; 132 per i 5 a Lonato; 65 per i 5 di Salò. Al di là della carenza, poi, spesso ci sono case vecchie che necessitano di importanti manutenzioni e che per questo restano sfitte: va in questa direzione il maxi piano di manutenzione straordinaria (da 74,6 milioni) annunciato dalla Regione. Oltre 10 milioni saranno destinati all’Aler di Brescia, Cremona e Mantova. In tutta la Valsabbia, il patrimonio abitativo conta 391 case popolari; 339 Aler e le altre comunali. Solo 21, però, si sono liberate per il bando 2021.•.

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