Caso Mantovani, una svolta dal lavoro del Ris

di PA.CI.
I militari del Ris durante le analisi nella casa di Giancarlo Bresciani
I militari del Ris durante le analisi nella casa di Giancarlo Bresciani
I militari del Ris durante le analisi nella casa di Giancarlo Bresciani
I militari del Ris durante le analisi nella casa di Giancarlo Bresciani

È ancora solo un’indiscrezione, ma se fosse confermata avrebbe un peso notevole nel caso di Jessica Mantovani. Le analisi del Ris dei carabinieri avrebbero trovato sangue «normale», e non liquido ematico dovuto alle mestruazioni (come sostenuto dalla difesa) sul divano su cui la ragazza potrebbe aver trascorso le sue ultime ore. Le prime risposte che i militari stanno cercando nelle tracce isolate nel presunto luogo del delitto suonano come un punto a favore dei familiari della donna, una 37enne di Villanuova trovata senza vita nel giugno di un anno fa nel canale della centrale elettrica di Prevalle. L’ipotesi del suicidio, da sempre respinta dal padre di Jessica, si è incrinata davanti ai risultati dell’autopsia. Jessica non sarebbe infatti morta annegata (non aveva acqua nei polmoni), ma sarebbe stata gettata nel canale solo in un secondo momento. Sulla testa i segni di un colpo, quello che potrebbe esserle stato inferto dal suo assassino. Per questa vicenda ancora oscura sono finite nel registro degli indagati due persone: un 50enne di Prevalle, Giancarlo Bresciani, e un 23enne, Marco Zocca, pure lui di Prevalle. L’ipotesi di reato è omicidio volontario e occultamento di cadavere. Tutti e tre, così sarebbe emerso dall’analisi dei cellulari, si conoscevano, e la donna potrebbe essere stata uccisa nella casa di Bresciani, dove aveva trascorso parte della serata consumando cocaina. Il cadavere sarebbe poi stato trasportato nel baule dell’auto di Zocca e infine gettato in acqua. Questa è una delle ipotesi degli inquirenti, mentre da sempre gli indagati (la loro iscrizione tra gli indagati è arrivata ad alcuni mesi di distanza dal ritrovamento del corpo) hanno respinto ogni coinvolgimento nella morte della 37enne. GLI ESAMI nei laboratori del Ris sono iniziati lo scorso gennaio e nelle ultime ore hanno riguardato alcune macchie di sangue trovate su un divano dell’abitazione di Bresciani. Per i familiari di Jessica - il loro legale, l’avvocato Marino Colosio, è stato presente alle analisi - si tratterebbe di sangue della ragazza e non, come sostenuto dalla difesa, di vecchie macchie dovute al ciclo mestruale che la 37enne potrebbe avere avuto nell’abitazione di Prevalle, nella quale ogni tanto andava a trovare il padrone di casa. È una svolta? Per avere la relazione finale del reparto scientifico dell’Arma serve ancora tempo. Va fissata ancora una giornata di esami nel corso della quale saranno analizzate alcune macchie isolate all’interno del baule dell’auto di Zocca. «Il padre di Jessica da dieci mesi attende la verità, ma l’emergenza sanitaria legata al Covid 19 ha purtroppo allungato i tempi - spiega l’avvocato Colosio -. Per lui è arrivato il momento di sapere chi ha ucciso sua figlia». •

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