«Depuratore, Comunità Montana ambigua»

di A.GAT.
Un momento del flash mob di protesta contro la Comunità Montana
Un momento del flash mob di protesta contro la Comunità Montana
Un momento del flash mob di protesta contro la Comunità Montana
Un momento del flash mob di protesta contro la Comunità Montana

Il compromesso della Comunità montana della Valsabbia sul contestatissimo progetto del depuratore di Gavardo destinato a smaltire i reflui fognari del Garda è già diventato un caso. Se l’ente comprensoriale si defila, gridano in senso metaforico le comunità rivierasche del bacino del Chiese che ieri hanno manifestato davanti alla sede della Comunità Montana a Nozza di Vestone. Il flash mob di protesta organizzato dal Tavolo delle associazioni del fiume Chiese ha ottenuto il sostegno di 19 delegazioni provenienti dal lago d’Idro fino al Mantovano che hanno ribadito la ferma contrarietà a un progetto «che vorrebbe addossare sulla popolazione della Valsabbia e della Bassa trent’anni di ritardi infrastrutturali del Garda sul fronte del collettamento». Il portavoce del Tavolo Gianluca Bordiga ha definito «gravissimo l’atteggiamento ambiguo della Comunità Montana, perché il problema investe la coscienza di tutte le persone che amano l’ambiente in generale, quando oggi abbiamo certezza del sospetto maturato che il progetto sia stato concepito per interessi produttivi». L’assemblea della Comunità Montana era chiamata ieri ad approvare una mozione di contrarietà al progetto di Acque Bresciane, presentata dal consigliere di Gavardo Elisa Toffolo, sulla falsariga di quelle già approvate in vari paesi del fronte del Chiese, negli ultimi giorni anche a Nuvolera e Bedizzole: la mozione è passata, all’unanimità, ma con un emendamento chiave. «Con questa modifica la Comunità non è contraria al progetto, ma solo critica - ha commentato Filippo Grumi del comitato Gaia, presente ieri al presidio organizzato dal Tavolo - quindi la possiamo definire unanimità zoppa, un compromesso al ribasso: così facendo la Comunità Montana non si esprime su nulla, ma chiede soltanto che vengano fatti ulteriori approfondimenti, quando ormai è chiaro a tutti che le decisioni sono già state prese, e da mesi». Laconico il commento di Mariano Mazzacani del Comitato Acqua pubblica: «I consiglieri della Comunità Montana non si vogliono schierare perché non conoscono il progetto. Basterebbe documentarsi sull’argomento, prima di discutere una mozione». La Comunità Montana della Valsabbia è nel mirino dei cittadini: «Non mobilitarsi al fianco dei paesi per fermare un progetto devastante per l’ambiente e con effetti incontrollabili sulle tariffe significa tradire i valori di tutela della salute pubblica e del territorio che dovrebbero ispirare l’ente comprensoriale». •

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