Depuratore, la
Provincia non
blinda Gavardo

di Cinzia Reboni
Depuratore del Garda: tornano  ad alzarsi le quotazioni di Peschiera
Depuratore del Garda: tornano ad alzarsi le quotazioni di Peschiera
Depuratore del Garda: tornano  ad alzarsi le quotazioni di Peschiera
Depuratore del Garda: tornano ad alzarsi le quotazioni di Peschiera

Un’alternativa al progetto del depuratore del Garda in Valsabbia? «Se c’è, che qualcuno la tiri fuori. Io non sono “innamorato” dell’opzione Gavardo, ma dopo mesi di discussioni e di proteste, servono ipotesi concrete». Il vicepresidente della Provincia Guido Galperti apre al confronto sull’impianto più contestato del momento. «Chi contrasta la soluzione ipotizzata finora presenti uno studio alternativo, qualificato e autorevole». E annuncia per metà novembre una riunione della Consulta dell’ambiente. «Al tavolo saranno chiamati anche Ato, Acque Bresciane e l’Università di Brescia: verranno a spiegare il progetto, a sciogliere i dubbi, e a farci capire perché Gavardo è l’opzione migliore possibile». LA PROVINCIA, sostiene Galperti, «è un ente terzo, così come l’Ato, e al di sopra delle parti. Non abbiamo nessun motivo di credere che lo studio sia sbagliato. Certo, anch’io sono rimasto sorpreso: ho sempre immaginato che quella di Peschiera fosse la scelta più ovvia. Ma se ce n’è un’altra va bene, purché ci sia». Quello che preme a Galperti è «di non coprirci di ridicolo: c’è un finanziamento fermo perché non si trova una soluzione condivisa». L’apertura di Galperti trova sponda nei Comitati, che considerano da sempre la soluzione di Peschiera come «la migliore, la più economica e rapida e la meno devastante sul piano ambientale». Soluzione che, tra l’altro, è tra quelle analizzate dall’Università di Brescia «ed è un pilastro dello studio presentato dal gestore Acque Bresciane che confronta sei diversi scenari. Gli stessi sindaci dei Comuni veronesi - spiegano i rappresentanti del Comitato Acqua Pubblica Brescia e dell’Associazione Gaia -, seppur non entusiasti, la ritengono comunque percorribile». L’opzione Peschiera prevede la sostituzione della sublacuale che, pur essendo ancora integra, ha comunque oltre 40 anni. «Realizzarne una di nuova generazione, con le migliori tecnologie disponibili - sostengono i Comitati -, garantirebbe al lago almeno un altro mezzo secolo di tranquillità, consentendo nel contempo notevoli risparmi su tutti i fronti. Nel giro di poco più di un anno si potrebbe chiudere la partita e si eviterebbe di sventrare i territori, sperperare fondi pubblici e pesare per decenni sulle tariffe idriche di tutti i cittadini bresciani. Non ultimo, si riporterebbe l’acqua depurata dei Comuni gardesani nel bacino idrografico di riferimento, che il nuovo depuratore di Peschiera scaricherebbe nel Mincio realizzando un ciclo integrato in un ambiente territoriale unico». I capitali messi a disposizione dal Mise - 60 milioni di euro la quota parte destinata al progetto bresciano - servirebbero, secondo i Comitati, «a realizzare l’opera e a mettere a norma gli scarichi a lago esistenti». •

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