Dieci chiese in
cammino per
radunare il «gregge»

di Massimo Pasinetti
Don Giuseppe con la pinza impiegata per la comunione
Don Giuseppe con la pinza impiegata per la comunione
Don Giuseppe con la pinza impiegata per la comunione
Don Giuseppe con la pinza impiegata per la comunione

A Vobarno riprende la vita religiosa, ma con qualche problema organizzativo perché 8.200 abitanti suddivisi tra 10 chiese sparse su un vasto territorio non è impresa facile. Oltre al capoluogo Vobarno, diverse sono infatti le frazioni che fanno comunità a sé (Pompegnino, Carvanno, Carpeneda, Teglie e Moglia, Collio, Eno e Degagna), ognuna con propria chiesa dove ritrovarsi. E NEL CAPOLUOGO, oltre alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, la principale dell’Unità Pastorale «Madonna della Rocca», c’è anche il Santuario della Rocca e le chiese di S. Rocco ed Immacolata. Ma com’è stata la riapertura al culto e come la comunità dei fedeli ha vissuto il triste periodo di marzo e aprile? Risponde don Giuseppe Savio, parroco a Vobarno e guida dell’unità pastorale, coadiuvato da don Italo, don Manuel, il diacono Ennio Bonizzardi e don Graziano. Ogni venerdì mattina la «squadra» si riunisce e fa il punto: «Stiamo ragionando su un programma sperimentale di riaperture: a Pompegnino la chiesa di San Benedetto da Norcia dispone di poco spazio, e quindi si continua l’uso del salone dell’oratorio, per 35 persone più lo spazio del cortile esterno; a Carvanno, pur se la chiesa è grande, già da un po’ non si utilizza. A Carpeneda s’è celebrato al cimitero e ora si usa il grande cortile esterno dell’oratorio senza problemi di spazio: ci mettiamo solo un po’ di sedie per chi ha problemi; e quando il clima lo imporrà, useremo la chiesa di Santa Margherita di Scozia; a Teglie (anche per la comunità di Moglia) si usa il cimitero, nel piazzale, per circa 40 persone». A Eno per ora non si celebra (c’è poca gente), mentre in Degagna si sta all’aperto vicino alle varie santelle o al cimitero, la chiesa di San Martino è grande, e ci staranno tutti. Intanto per le messe feriali dove possibile si comincia a celebrare all’interno, con la gente che ora ha un po’ meno paura e un po’ più di fiducia: «Anche con norme a volte eccessive, la gente le rispetta. Intanto a Collio l’utilizzo della chiesa è nella normalità; a Vobarno invece restano chiuse l’Immacolata e San Rocco; ma la parrocchiale dell’Assunta, finora usata solo in minima parte, ha avuto il suo battesimo mercoledì con un funerale: 130 i posti a sedere, a regolare distanza, più i posti in piedi, con percorsi d’entrata e d’uscita imposti. Ma sono in uso anche gli spazi esterni dell’oratorio e del cimitero. Piano e senza fretta, si sta tornando alla normalità. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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