Diritti degli animali, veterinaria da premio

di Massimo Pasinetti
Cristina Cocca alla consegna del premio insieme ai vertici della Lav
Cristina Cocca alla consegna del premio insieme ai vertici della Lav
Cristina Cocca alla consegna del premio insieme ai vertici della Lav
Cristina Cocca alla consegna del premio insieme ai vertici della Lav

Un riconoscimento prestigioso per una giovane veterinaria. Cristina Cocca, una 28enne di Villanuova che lavora in un ambulatorio di Gavardo, lo ha appena ricevuto dalla Lav, la Lega antivivisezione, una storica realtà nazionale dell’animalismo che le ha assegnato il premio «Maurizio Santoloci» (istituito nel ricordo del primo magistrato ambientalista italiano) al termine del concorso sul tema «Nuove ricerche per i diritti degli animali». Laureatasi due anni fa nell’Università di Parma con una tesi su «Maltrattamento animale e violenza interspecifica: il ruolo del medico veterinario nel riconoscimento delle lesioni non accidentali e nelle indagini forensi», Cristina Cocca vive a Villanuova e ha una sorella, Chiara, che è medico ortopedico. «Ho frequentato il Liceo classico di Salò, e fin da bambina amo gli animali - racconta -: ho tre gatti e dieci cani». Il suo percorso di laurea? «Ci ho messo 6 anni; nel primo non sono riuscita a entrare nel corso e ho scelto un altro indirizzo facendo esami poi riconosciuti dalla facoltà di Veterinaria. L’anno dopo ho riprovato e mi hanno presa». Poi un tirocinio in Ungheria, a Budapest, nella facoltà di Veterinaria in lingua inglese, e in due strutture dello stesso ateneo, nel distaccamento equino e nella clinica per cani e gatti. Infine la tesi sul maltrattamento degli animali: 6 mesi di lavoro per 500 pagine. Tesi che ora potrebbe essere pubblicata dall’Istituto Zooprofilattico di Parma. Il suo futuro, da specializzata in oculistica animale autorizzata alla teleanestesia a distanza sugli animali, è già disegnato: «Sarò veterinaria in ambulatorio ma anche sul campo, con gli animali selvatici che si sono inurbati, dai cinghiali ai daini». E VENIAMO all’esito del concorso targato Lav, dedicato a un magistrato che ha speso la vita per l’ambiente e gli animali e patrocinato da ministero dell’Ambiente e dall’Associazione nazionale magistrati. Nel suo lavoro vincente, la veterinaria valsabbina parte da un presupposto: «L’evidente associazione, appurata dagli studi, tra l’aggressione che l’uomo attua contro gli animali e quella che attuerà poi contro i suoi simili. Prevenire gli abusi sugli animali è quindi anche un modo per proteggere le persone». •

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