Duplice omicidio e
suicidio. «Riesumato»
il fascicolo

di Paolo Cittadini
La tomba profanata nella notte tra sabato e domenica a GavardoIl giallo avvenuto nel cimitero ha spinto il pm a consultare il fascicolo di un duplice omicidio del 1992
La tomba profanata nella notte tra sabato e domenica a GavardoIl giallo avvenuto nel cimitero ha spinto il pm a consultare il fascicolo di un duplice omicidio del 1992
La tomba profanata nella notte tra sabato e domenica a GavardoIl giallo avvenuto nel cimitero ha spinto il pm a consultare il fascicolo di un duplice omicidio del 1992
La tomba profanata nella notte tra sabato e domenica a GavardoIl giallo avvenuto nel cimitero ha spinto il pm a consultare il fascicolo di un duplice omicidio del 1992

«La storia è così strana che merita di essere approfondita nei minimi particolari». La pensa così chi sta indagando sulla profanazione della tomba di Francesco Persavalli, benzinaio morto nel 2001 a 63 anni in seguito a una grave malattia, avvenuta nella notte tra sabato e domenica all’interno del cimitero di Gavardo. Escluse sin da subito la pista satanica e quella dei «tombaroli» professionisti, il magistrato incaricato di fare luce su questa strana e sgradevole vicenda, il sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi ha deciso di «riesumare» la vecchia inchiesta che aveva visto coinvolto Mario Riccardo Persavalli, il fratello di Francesco, trovato cadavere la mattina del 4 gennaio del 1993 sull’argine del Chiese tra Gavardo e Prevalle. Suicidio per gli inquirenti di allora che a fianco del corpo trovarono un’arma artigianale, un tubo con un percussore e un meccanismo a scatto, in grado di esplodere proiettili calibro 9. UN SUICIDIO per gli inquirenti del tempo commesso però con la stessa arma che una decina di giorni prima aveva freddato Giorgio e Marco Mandolesi, padre e figlio di 42 e 23 anni, trovati senza vita il 21 dicembre del 1992 a una ventina di chilometri l’uno dall’altro. Il corpo del ragazzo, scoperto alle 8 del mattino, era all’interno di una Mercedes 250 ferma alla periferia di Castiglione delle Stiviere. A provocarne la morte un colpo d’arma da fuoco alla tempia. Alcune ore dopo, intorno alle 15.30, a Carzago di Calvagese viene individuato un altro cadavere, quello di Giorgio Mandolesi ucciso pure lui da un colpo di pistola alla testa. La vita delle due vittime, odontotecnico il figlio e rappresentante di apparecchi odontoiatrici, finì sotto la lette di ingrandimento degli inquirenti che scoprirono come padre e figlio comprassero oro rubato dai nomadi per poi rivenderlo a orafi e odontotecnici. A raccontarlo agli investigatori sarebbe stato proprio Mario Riccardo Persavalli che con i due sarebbe stato coinvolto nei loro affari poco puliti. In casa sua vennero trovati 100 milioni in contanti; mentre di altri 300milioni di lire in marchi tedeschi non si seppe nulla. GLI INQUIRENTI dopo mesi di indagini decisero di archiviare il caso: la morte di Mario Riccardo Persavalli avrebbe fatto estinguere il reato facendo chiudere l’inchiesta. Che ora torna sul tavolo di chi vuole fare luce sulla profanazione della tomba di Francesco Persavalli. «Stiamo esplorando tutte le piste - si limitano a commentare gli investigatori - Diciamo che i nostri accertamenti hanno l’obiettivo di escludere elementi prima di trovarli. Per questo anche la vicenda legata al fratello di Persavalli per questo viene riletta». Qualche risposta potrebbe arrivare dai rilievi fatti dalla Scientifica dei carabinieri. La bara è stata estratta dal loculo ed è stata aperta. «Bisogna capire se è successo perché è caduta o perché forzata - fa sapere chi conduce le indagini - Non sarebbe stato portato via nulla. Questo ci ha portato a escludere subito che si possa trattare di una profanazione con finalità esoteriche e questo aspetto tranquillizza che vive in zona. Certo è che il gesto ha inquietato molto la popolazione di Gavardo e dei Comuni limitrofi» •

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