Garda pulito?
La bolletta sarà
stratosferica

di Alessandro Gatta
Un rendering dell’impianto di depurazione di Gavardo
Un rendering dell’impianto di depurazione di Gavardo
Un rendering dell’impianto di depurazione di Gavardo
Un rendering dell’impianto di depurazione di Gavardo

Promessa mantenuta: l’ufficio d’Ambito della Provincia ha pubblicato il progetto di fattibilità di Acque bresciane per i nuovi impianti di depurazione e collettamento del Garda. Saranno a Gavardo (da fare subito) e a Montichiari (tra qualche anno), e la notizia ha scatenato le inevitabili reazioni di sindaci e comitati. Che potrebbero essere «aiutati» dall’apertura di un nuovo fronte per espropri e servitù di passaggio: i primi sono pochi e tutti sul Garda, le servitù invece sono decine, concentrate in particolare a Toscolano, Roè, Villanuova, Gavardo e Valtenesi.


LO STUDIO di fattibilità riguarda sia Gavardo sia Montichiari, ma è sul primo che si puntano i riflettori. Verrà realizzato vicino alla tangenziale: costerà circa 26 milioni per 100 mila abitanti equivalenti. Raccoglierà i reflui da Tignale a San Felice, con 31 chilometri di collettori e 14 impianti di sollevamento: così verranno dismesse le condotte sublacuali Toscolano-Torri (7 chilometri) e Gardone-Toscolano (3). Il depuratore interesserà anche i Comuni dotati di impianti, che verranno dismessi: Vobarno, Roè, Villanuova, Muscoline e Calvagese. Avrà due linee operative, entrambe da 50mila abitanti equivalenti: la prima lavorerà i reflui con i fanghi attivi tutto l’anno; la seconda userà reattore biologico e filtrazione e verrà messa in funzione solo nel periodo di maggiore afflusso turistico. Lo scarico? Potrà essere effettuato sia nel Chiese sia nel Naviglio. L’impianto di Montichiari, per 150mila abitanti equivalenti, andrà dalla Valtenesi a Lonato con 38 chilometri di collettori. Infine, Desenzano e Sirmione saranno convogliati a Peschiera. Una breve cronistoria: nel febbraio 2018 l’incarico all’Università di Brescia per valutare le 6 ipotesi progettuali di Acque bresciane. A settembre la presentazione all’Ato del nuovo schema: a novembre l’approvazione. In maggio la Regione presenta una relazione sullo stato ecologico del Garda e segnala «l’esigenza di non prevedere scarichi depurati a lago». E tra gli aspetti «positivi» del piano Acque bresciane sottolinea «la valorizzazione dell’area con un parco fluviale, il coinvolgimento di a2a e la riduzione dei costi di investimento di oltre 40 milioni rispetto alla soluzione dell’impianto unico di Peschiera».


PECCATO che le cose cambino per i costi di gestione: 3,2 milioni all’anno per Peschiera, quasi 4 e mezzo per Gavardo-Montichiari. Il sindaco di Gavardo Davide Comaglio, capofila del fronte del Chiese che dice no, non cambia idea ma rimanda le valutazioni dopo aver approfondito lo studio. Come il comitato Gaia, che ribadisce che «i costi di gestione non giustificano la localizzazione, e mancano approfondimenti sull’ipotesi di un depuratore sul lago».

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