I controlli danno fastidio e c’è anche chi si vendica rischiando di fare vittime

di P.BAL.
La banda chiodata «dedicata» alla polizia provinciale a Bovegno
La banda chiodata «dedicata» alla polizia provinciale a Bovegno
La banda chiodata «dedicata» alla polizia provinciale a Bovegno
La banda chiodata «dedicata» alla polizia provinciale a Bovegno

E toccato al comandante Claudio Porretti presentare i dati relativi alla repressione dei reati venatori, anticipando anche che quest’anno, per la prima volta da molto tempo, un concorso porterà nell’organico della provinciale tre nuovi agenti e un ufficiale. Se opereranno nel Nucleo ittico venatorio non si sa, ma è certo che questo è un ambito operativo sempre rovente. «I NOSTRI controlli danno fastidio», ha sottolineato Porretti. E la dimostrazione l’ha data un gesto criminale risalente a martedì. Qualcuno ha piazzato sulla provinciale 345 tra Bovegno e Collio una banda chiodata lunga 2 metri e 60: i conducenti dei due veicoli che ha fatto finire fuori strada (fortunatamente senza ferite per le persone) non hanno fatto in tempo a leggere la «dedica» scritta sulla trappola: «Grazie alle guardie e alla polizia provinciale» recitava il messaggio. Il «ringraziamento» era stato probabilmente vergato da uno dei 96 cacciatori e bracconieri denunciati penalmente dal personale del corpo nel 2019. Un dato che, scorporato, evidenzia una strana fisarmonica tra la Valcamonica, dove opera un distaccamento con 15 uomini che su un territorio così segnato dal bracconaggio ha fatto segnare solo 7 accertamenti penali, e il resto della provincia. Gli altri 14 agenti hanno compilato infatti 40 denunce penali in Valsabbia, Valtrompia e alto Garda e 49 nel resto del territorio provinciale. In sintesi, il Distaccamento di Vestone ha «stracciato» tutti gli altri. Passando alle sanzioni per illeciti amministrativi, l’anno scorso sono state complessivamente 360. Poi c’è l’elenco dei sequestri: centinaia di trappole, quasi 80 fucili messi sotto sigilli, una cinquantina di richiami elettroacustici e 527 capi di selvaggina abbattuta illegalmente. IL NUCLEO ittico venatorio si occupa anche del monitoraggio delle popolazioni dei grandi carnivori, lupo e orso in particolare, anche nell’ambito di progetti di reintroduzione di livello interregionale, e in aggiunta del salvataggio della fauna in difficoltà. Lo scorso anno ci sono stati continui viaggi verso il Cras Wwf di Valpredina e quello di Paspardo, e gli interventi di recupero (in crescita sul 2018) sono stati 960. In ben 172 casi hanno riguardato rapaci diurni e notturni spesso abbattuti illegalmente a fucilate.

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