I sindaci no-depuratore
incassano
il sì del prefetto

di Alessandro Gatta
Domenica scorsa oltre duemila persone hanno sfilato in corteo contro il depuratore del Garda Il vertice sul collettore del Garda  tra i sindaci e il prefetto di  Brescia
Domenica scorsa oltre duemila persone hanno sfilato in corteo contro il depuratore del Garda Il vertice sul collettore del Garda tra i sindaci e il prefetto di Brescia
Domenica scorsa oltre duemila persone hanno sfilato in corteo contro il depuratore del Garda Il vertice sul collettore del Garda  tra i sindaci e il prefetto di  Brescia
Domenica scorsa oltre duemila persone hanno sfilato in corteo contro il depuratore del Garda Il vertice sul collettore del Garda tra i sindaci e il prefetto di Brescia

Dopo la protesta, la proposta: a pochi giorni dalla manifestazione che a Gavardo ha portato in strada più di duemila persone provenienti da mezza provincia, i sindaci dei paesi che si affacciano sull’asta del Chiese sono stati accolti ieri mattina in Prefettura per discutere, appunto, dei contestati progetti per il nuovo depuratore del Garda. I primi cittadini Davide Comaglio (Gavardo), Marco Togni (Montichiari), Giovanni Benedetti (Muscoline) e Damiano Giustacchini (Prevalle) hanno consegnato al prefetto Attilio Visconti i testi delle rispettive mozioni di contrarietà alla soluzione Gavardo-Montichiari approvate in questi mesi da numerosi municipi, chiedendo allo stesso tempo una sorta di «sospensiva» dell’iter progettuale in corso. LA REAZIONE? Il prefetto ha fatto sapere con una comunicazione che «la tutela dell’ambiente e dei territori è la priorità», e che dunque «serve una soluzione condivisa e non un progetto calato dall’alto». Anche alla luce di ciò è possibile parlare di «un incontro positivo - commenta Comaglio - e di questo ringraziamo il prefetto, preparato e aggiornato su quello che sta succedendo. Siamo d’accordo con lui che il tema ambientale debba essere preminente, perché il sito di Gavardo è quello più delicato tra le soluzioni prospettate: è una zona di rilevanza paesaggistica, prevalentemente agricola, preservata da anni e da diverse amministrazioni. Non va dimenticato infine che si tratta di un’area ad alta sensibilità archeologica, non lontano da San Martino, dove sono stati ritrovati resti preistorici e di età romana, e una villa romana riconosciuta dalla Sovrintendenza». Il prossimo passo: incontrare i sindaci del Garda. «Se esiste una Comunità del Garda, è giusto che venga riconosciuta anche la comunità del Chiese - aggiunge Benedetti -. A breve invieremo una lettera a tutti i primi cittadini gardesani, per sederci a un tavolo e parlare, senza imporre niente a nessuno ma con la volontà di confrontarci sullo stesso piano. È giusto che anche chi non si sia ancora interessato venga informato di quello che potrebbe succedere: finché non si risolvono i veri problemi del lago, come per esempio la separazione di acque bianche e acque nere, nessun progetto potrà mai migliorare la situazione». «SIAMO SEMPRE più convinti che Gavardo e Montichiari non siano le soluzioni al problema - aggiunge infine Giustacchini - ma che si debba proseguire con l’ipotesi dell’ampliamento dell’impianto già esistente di Peschiera, sia che si voglia mantenere la condotta sublacuale esistente e sia che la si voglia togliere. È importante che anche il prefetto abbia riconosciuto la necessità di una soluzione condivisa: noi andremo avanti su questa strada». Soddisfatti anche i comitati ambientalisti: «Apprezziamo il fatto che finalmente qualcuno davvero sopra le parti si stia interessando alla questione - commenta Filippo Grumi del comitato Gaia - perché è assurdo che a oggi nessuno dei Comuni del lago abbia messo in discussione un progetto che non fa nulla per la tutela del Garda, ma porta avanti altri interessi e altre finalità, lasciando inalterati i problemi che ci sono e spostandone altri a qualche chilometro di distanza». •

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