Il fratello sospettato di duplice omicidio si era ucciso nel 1993

di A.GAT.
La tomba profanata di Francesco Persavalli protetta dal  coperchio
La tomba profanata di Francesco Persavalli protetta dal coperchio
La tomba profanata di Francesco Persavalli protetta dal  coperchio
La tomba profanata di Francesco Persavalli protetta dal coperchio

«Me la ricordo bene quella storia. Per Gavardo è stato come un fulmine a ciel sereno». In paese non si parla d’altro: e se la profanazione della tomba di Francesco Persavalli fosse collegata in qualche modo ai fatti avvenuti più di un quarto di secolo fa? Il riferimento è all’indagine che coinvolse il fratello Riccardo, titolare di una concessionaria sulla strada per Villanuova. Il 21 dicembre del 1992 vennero trovati, a poche ore di distanza l’uno dall’altro, i corpi senza vita di Marco Mandolesi, odontoiatra di 23 anni, e del padre Giorgio, 42enne: il primo alla periferia di Castiglione, ucciso con un colpo di pistola alla tempia e abbandonato a bordo della sua Mercedes, il secondo a Carzago, con il volto sfigurato, non lontano dal cimitero. Anche lui ucciso con un colpo alla testa: la sua auto, una Bmw, venne ritrovata nell’autosilo di piazza Vittoria a Brescia. Un duplice omicidio eseguito da professionisti: non furono trovate tracce utili, nemmeno i bossoli. Entrambi vennero probabilmente uccisi a Carzago. Abitavano a Renzano di Salò, padre e figlio, e tutti e due lavoravano nell’odontoiatria: dalle indagini emersero presunti giri di ricettazione dell’oro rubato dai nomadi. Riccardo Persavalli venne inserito nella rosa dei sospetti e ascoltato più volte dai carabinieri. Poi Riccardo venne trovato morto, il 4 gennaio, lungo la passeggiata della Gavardina di fianco al fiume Chiese: si sarebbe ucciso con un colpo alla testa, utilizzando una pistola artigianale che aveva assemblato sfruttando la sua passione per le armi. Vennero fatti dei test balistici per appurare se l’arma fosse la stessa utilizzata per uccidere i Mandolesi. Ma non si trovarono collegamenti, nè prove e l’inchiesta venne archiviata. Un caso chiuso insomma, che tuttavia è tornato a galla in queste ore con il suo carico di inquietudine e domande rimaste senza risposta. Domande che anche per la profanazione della tomba di Francesco Persavalli sono al momento senza risposta. •

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