Il maxi rogo è spento, mancano i colpevoli

di Massimo Pasinetti
Gli ultimi focolai divampati a  Mura sono ormai sotto controllo Le operazioni di bonifica del terreno incendiato
Gli ultimi focolai divampati a Mura sono ormai sotto controllo Le operazioni di bonifica del terreno incendiato
Gli ultimi focolai divampati a  Mura sono ormai sotto controllo Le operazioni di bonifica del terreno incendiato
Gli ultimi focolai divampati a Mura sono ormai sotto controllo Le operazioni di bonifica del terreno incendiato

È meglio non essere troppo ottimisti, pronti a contenere una eventuale ripartenza; ma ieri il doppio incendio doloso che negli ultimi giorni ha interessato una vasta area tra Valsabbia e Valtrompia con al centro Casto sembrava fuori gioco: i volontari si sono dedicati soprattutto alla bonifica del terreno attraversato dalle fiamme e a spegnere alcuni residui di focolaio. Il rogo che ha interessato Bione, Casto e Lumezzane risultava domato in tutti i settori interessati; mentre era più preoccupante la situazione di quello appiccato a Comero di Casto e risalito poi nei territori di Lodrino, Marmentino (solo in parte) e soprattutto di Mura. Proprio a Mura si è presentata la situazione più preoccupante, e per chiudere la partita è stato necessario lavorare fino alle 13: «Improvvisamente - spiega Giovanni Corsini, che guida il Gruppo di protezione civile del paese, e che insieme a tanti altri è stato impegnato per tre giorni sulle fiamme - è ripartito un focolaio nella zona tra Mura e Comero. Un ritorno di fiamma in una ceppaia che è stato subito affrontato e fortunatamente circoscritto e spento». Una valutazione esatta del territorio bruciato non c’è ancora, ma spazia tra i 100 e i 200 ettari, e per fermare il fuoco è stato necessario impegnare 8 mezzi aerei (tre Canadair, due elicotteri Erikkson S-64 e altri 3 elicotteri più piccoli della Regione). Un’operazione che ha avuto quindi un costo economico per la comunità e in termini di fatica per gli operatori davvero enorme, senza che per ora sia stato possibile dare un nome ai criminali che hanno provocato il disastro. «A TERRA, su ognuno dei due fronti, sono state impiegate in contemporanea una trentina di persone - spiega Marco Mozzi, coordinatore delle squadre antincendio boschivo della Valsabbia -, tra volontari dei diversi gruppi anche della Valtrompia, ma anche carabinieri forestali e vigili del fuoco. Ognuno dei due roghi dolosi, appiccati in contemporanea e a breve distanza l’uno dall’altro, favoriti dall’orografia del terreno, dalla siccità e dal forte vento rientrano tra quelli definiti di grandi dimensioni: lo dimostrerà l’analisi dei danni che compete ai carabinieri forestali». •

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