Il soldato che morì con la divisa sbagliata

di Claudio Cazzago
Il cimitero di guerra francese in cui è sepolto Paolo Veneziani
Il cimitero di guerra francese in cui è sepolto Paolo Veneziani
Il cimitero di guerra francese in cui è sepolto Paolo Veneziani
Il cimitero di guerra francese in cui è sepolto Paolo Veneziani

Arriva da Nuvolera una vecchia storia di immigrazione emozionante e spunto di riflessioni; per esempio su come la necessità di sopravvivere, di una vita migliore, possa dividere in modo profondo le famiglie. Una vicenda che riemerge nella ricorrenza del 4 Novembre, ovvero della fine della Prima guerra mondiale. Una storia a cavallo tra la bassa Valsabbia e gli Stati Uniti, la non ancora grande potenza che in quel conflitto entrò soltanto nel 1917, ma che, alleata con l’Italia (oltre che con la Francia e la Gran Bretagna), diede un importante contributo alla vittoria. Gli Stati Uniti e l’Italia sono stati gli scenari delle vicende dei tre cugini della famiglia nuvolerese dei Veneziani. Tre parenti tutti morti in combattimento durante la Grande guerra, ma indossando uniformi diverse. Infatti Enrico e Bernardo morirono il primo il 15 agosto 1916 in seguito alle ferite riportate in battaglia sull’Altopiano di Asiago, l’altro l’11 ottobre dello stesso anno a quota 144 sul lago di Doberdò, nel Goriziano. La stessa sorte toccò a Paolo Lorenzo Veneziani, che a sua volta morì in guerra ma combattendo per l’esercito americani. Perché semplicemente era un emigrato. Nato a Nuvolera nel 1891 in via Piazza 31, nel 1915 era già orfano. Da ragazzo era stato arruolato - nel 1912 - nel regio esercito, nella brigata Messina, e imbarcato per la guerra coloniale in Libia. Tornò a casa il 22 marzo 1913, e durante il servizio militare fu promosso a caporalmaggiore e congedato nel dicembre del ’13. Solo quattro mesi dopo partì per gli Stati Uniti. Passato da Ellis Island si stabilì in un villaggio della Pennsylvania lavorando come minatore, e nel 1915, allo scoppio della guerra, richiamato nell’esercito italiano Veneziani non si presentò e venne dichiarato disertore. CHIARITA la propria posizione di espatriato, Paolo fu arruolato nel 328° reggimento di fanteria dell’82esima divisione dell’Us Army. Molti dei volontari di questo reparto, battezzato «All American’s», erano emigranti europei che, combattendo, avrebbero abbreviato l’iter per la cittadinanza americana. Inviato in Francia morì nelle Argonne, vicino a Sommerance, ucciso da una granata il 12 ottobre 1918, a meno di un mese dalla fine del conflitto. Il suo nome quindi non è sul monumento ai caduti di Nuvolera, ma su una delle 14.246 tombe del cimitero militare di Romagne sous Montfaucon. •

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