Sicuramente non sarà l’unico in giro per l’Italia, ma questa è solo una magrissima consolazione a fronte della fine di una bella avventura: la chiusura, a Vestone, dell’unico cinema pubblico della Valsabbia. Nicola Cargnoni non ce l’ha fatta a salvare l’unica sala comunale del territorio ancora funzionante. A far chiudere per sempre l’unico locale che ancora ospitava la settima arte sono stati il coronavirus e l’ultimo decreto governativo che è tornato a chiudere temporaneamente anche questi spazi. Cargnoni, che stava gestendo con mille difficoltà l’attività fin dalla sua riapertura qualche anno fa, dopo anni di totale abbandono, e che aveva rilanciato a settembre dopo il disastro del lockdown, si è arreso lanciando un messaggio sui social: «Torno a disturbarvi perché come sapete in questi giorni purtroppo gli eventi seguono veloci. Da domani saremo soltanto bestie da soma che devono alzarsi la mattina, andare al lavoro e poi tornare a casa. Di nuovo. Come al tempo del lockdown. Il resto è “inutile”». «Per sopperire al disastro in cui versa la nostra sanità si distruggono la socialità e il futuro di intere generazioni. E se a febbraio/marzo avevo accolto la decisione come necessaria per la salute di tutti - prosegue con amarezza - oggi fatico ad accettarla. In questo modo tutti paghiamo per l’inadeguatezza e l’impreparazione di pochi. C’è poi un problema di natura etica: abbiamo speso soldi per mettere a norma tutto. Ma questa nuova chiusura implica che quei soldi siano stati buttati». «DETTO QUESTO - conclude - il cinema di Vestone chiude definitivamente. Se anche dovesse esserci un’ipotesi di riapertura, io non ho alcuna intenzione di farlo. Non a novembre, a dicembre o a gennaio. Forse in primavera, ma forse no. Con la stagione prossima (settembre 2021) si vedrà. E a costo di essere inelegante dico che mi spiace per tutti quelli che ci hanno sempre supportato. Spesso, nei momenti duri dicevo a me stesso “Lo faccio per chi c’è sempre stato”. Per loro mi spiace, ma non bastano più per motivarmi abbastanza. Lo dico sinceramente: mi aspettavo una risposta diversa dalla comunità nell’ultimo mese. Chi ad agosto mi diceva di tenere duro, di riaprire, non s’è mai fatto vedere. Importa a ben pochi se la nostra realtà continua a esistere». •