Imprese, un anno «nero» Il territorio ha perso l’1,2%

di M.PAS.

I dati sulla «consistenza» imprenditoriale della Valsabbia relativi all’anno appena trascorso non sono per niente positivi; perché sottolineano un crollo del numero di realtà presenti nei 25 comuni. Con 286 nuove iscrizioni contro 349 cessazioni, oggi le aziende valsabbine sono calate fino a quota 5.409 con circa 20mila addetti complessivi. Solo in 8 comuni si è assistito a un incremento, ma solo a Paitone c’è stata una vera crescita, con 11 aperture per un +5,5%; tante quante (sempre 11) quelle contate nelle altre sette realtà in crescita tra Casto, Mura, Pertica Alta, Treviso Bresciano, Roè Volciano, Villanuova e Vobarno. NEGLI altri 16 municipi valsabbini (a parte la situazione stabile di Bione, dove non è cambiato nulla) il calo è stato consistente, pari a 85 cessazioni in più rispetto alle iscrizioni. Il problema più serio lo ha avuto Vestone, dove delle 367 aziende di inizio 2019 a fine anno ne erano rimaste 351, ben 16 in meno, il 4,3%. A seguire Gavardo con 11 sigle in meno, ma con solo un 1% di calo visto che dalle 1.081 di inizio anno si è passati alle attuali 1.070. Dietro Vestone e Gavardo ci sono poi Odolo, Idro e Preseglie con un -7, ovvero oltre il 4%. IL DATO FINALE, che come tutti gli altri numeri deriva dai dati della Camera di commercio (che dicono anche che le 118.469 imprese del Bresciano di fine 2018 a fine 2019 sono diventate 117.576), disegna una situazione valsabbina preoccupante: qui la percentuale negativa dello 0,8% a livello provinciale si trasforma nel meno 1,2%. Il chiaro segnale di una crisi. Un segnale che in una valle storicamente produttiva a oltranza come questa, nella quale in un tempo non lontanissimo si registravano situazioni quasi incredibili, ovvero l’esistenza di Comuni (per esempio quelli di Odolo e di Casto) in cui gli addetti alla produzione industriale superavano numericamente i residenti (e anche di molto), in prospettiva può solo fare paura. •

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