La Gavardo a due facce si affida a Comaglio

di Alessandro Gatta
Davide Comaglio
Davide Comaglio
Davide Comaglio
Davide Comaglio

È un vero cambio di passo e senza incertezze: con uno scarto di oltre mille voti (e 17 punti percentuali), Davide Comaglio è diventato il nuovo sindaco gavardese: il candidato di Insieme per Gavardo porta a casa 3.688 preferenze, il 58,61% del totale, mentre quello del centrodestra, Marco Molinari, si ferma a 2.604 voti, il 41,39%. Era comunque Comaglio il favorito della vigilia, dopo due governi di centrodestra e un paese commissariato da quasi un anno: non lo è più stato nelle ore successive allo spoglio delle Europee, quando a Gavardo il centrodestra unito è arrivato a sfiorare il 70% (e la Lega da sola oltre il 50). Una vasta gamma di voti disgiunti ed ecco il ribaltone: in 10 seggi su 11 ha preso più voti di Molinari, fatta eccezione per il secondo seggio di Sopraponte, storica roccaforte del centrodestra. In termini assoluti, il centrodestra perde 56 voti rispetto al 2014, quando ne ottenne 2.660 ma vinse la partita: Gavardo Rinasce e Gavardo in Movimento, oggi insieme nella lista di Comaglio, si presentarono divisi ma ottennero in totale 3.497 voti. Rispetto ad allora la coalizione vincente guadagna comunque quasi 200 preferenze. Festa grande in piazza De Medici, nella sede elettorale: «Ringrazio tutti i gavardesi che hanno dato fiducia a me e alla mia squadra - dice il vincitore -. Cercherò di essere il sindaco di tutti, senza differenze, perché Gavardo ha bisogno di ritrovare una meritata serenità. Auspico infine un clima collaborativo nella minoranza». FACCE più cupe nella casa del centrodestra gavardese: «Faccio i complimenti al vincitore - commenta Marco Molinari - e mi auguro di poter collaborare per migliorare il nostro paese. Ammetto che dopo il voto delle Europee speravamo che buona parte di quei voti rimanessero a noi. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare». «Mi aspettavo più fiducia dei gavardesi anche a livello locale - commenta Alfonso Scelzo, segretario di Fratelli d’Italia -. Saremo un’ottima minoranza, non solo critica ma anche costruttiva». «Non siamo felici - chiosa l’ex assessore leghista Elisa Maioli -. Adesso tocca a loro, li mettiamo alla prova: vedremo cosa faranno col depuratore e le cave». •

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