La memoria diventa docu-film

di C.CA.
Una foto d’epoca di Nuvolera
Una foto d’epoca di Nuvolera
Una foto d’epoca di Nuvolera
Una foto d’epoca di Nuvolera

Il Comune di Nuvolera raccontato dalla gente di Nuvolera: è questa l’idea che sta alla base del progetto «Come fosse ieri», avviato dall’assessorato alla Cultura guidato dal vicesindaco Diego Agnelli. Per raggiungere l’obiettivo è stato scelto il mezzo del video documentario, accanto a iniziative più tradizionali, tutte rivolte a valorizzare il territorio e il senso di appartenenza a una comunità. L’Assessorato, in sinergia con l’omonima Commissione ha allo scopo contattato l’agenzia «Secret Wood», che si occupa da anni della realizzazione di documentari di valore antropologico e ha pensato di sviluppare un progetto della durata di quattro anni, volto a intervistare i nuvoleresi che hanno visto cambiare il paese. Nel documentario si alterneranno voci storiche e voci nuove attraverso il filo rosso delle stagioni. «L’obiettivo - spiega Luca Sorsoli di Secret Wood - è quello di delineare un percorso lirico e corale che si comporrà ogni anno di cinque storie differenti, scandite dallo scorrere naturale del tempo che colorerà le foglie e imbiancherà i prati: un gesto della Comunità per la comunità». La prima parte di questo documentario verrà proiettata sabato 24 ottobre in sala consigliare. I protagonisti sono i coniugi Tommaso e Anna Delbono che racconteranno la storia della loro vita, del duro lavoro e dei sacrifici per realizzarsi come famiglia; Elvira Perugini, una delle decane del paese, che fu per tanti anni responsabile dell’ufficio postale del paese e per questo nominata Cavaliere del lavoro, attraverso le sue parole si snoda la storia della comunicazione, dal linguaggio morse a quello informatico nonché le tragiche vicende della guerra. Così pure Santina Cetti che, con le lacrime agli occhi, racconta del fratello Faustino disperso in Russia e del padre carrettiere. Il racconto prosegue con la vita in campagna di Vittorio Braga, un innamorato della terra e dei suoi frutti. Conclude il primo ciclo Aurelia Marangoni con la sua incredibile storia di bambina emigrata in Francia dove il padre era minatore. «L’obiettivo - conclude Agnelli - è conservare la memoria del paese non come sterile e inutile celebrazione del passato, ma come documento prezioso su cui riflettere per riconsiderare il presente e affrontare con saggezza e lungimiranza le sfide future». •

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