La strada della Val Degagna in lenta agonia

di Massimo Pasinetti
Il torrente è pericolosamente  a portata di «salto» Uno dei muretti che si sta lentamente sgretolando sulla Val DegagnaUn parapetto pericolante che non protegge in caso di incidente
Il torrente è pericolosamente a portata di «salto» Uno dei muretti che si sta lentamente sgretolando sulla Val DegagnaUn parapetto pericolante che non protegge in caso di incidente
Il torrente è pericolosamente  a portata di «salto» Uno dei muretti che si sta lentamente sgretolando sulla Val DegagnaUn parapetto pericolante che non protegge in caso di incidente
Il torrente è pericolosamente a portata di «salto» Uno dei muretti che si sta lentamente sgretolando sulla Val DegagnaUn parapetto pericolante che non protegge in caso di incidente

Ogni tanto nel Bel Paese crolla un ponte, e allora ci si interroga sulla sicurezza delle strade di ogni categoria. E in questo breve viaggio su una secondaria, ma non per questo deserta, abbiamo trovato spunti di riflessione per gli enti responsabili. Lo sfondo lo ha offerto la comunale da Vobarno alla Degagna, ricca di situazioni potenzialmente pericolose. Si tratta di un collegamento intervallivo e intercomunale, che partendo da Vobarno tocca le frazioni di Degagna, Eno e Carvanno, ma che poi prosegue fino al passo del Cavallino della Fobia, verso Idro da una parte e verso Capovalle e la Valvestino dall’altra. Con la possibilità di proseguire verso Gargnano. IL QUADRO? Non esaltante: gli elementi per la sicurezza a bordo strada lasciano molto a desiderare in diversi punti; almeno per quanto riguarda il territorio di Vobarno. L’elenco si apre con il muro di destra sul ponte della località Fucina Nuova di San Martino di Degagna, a circa 4 chilometri dalla rotatoria dell’imbocco dell’arteria, malconcio da almeno una decina d’anni. Poi, sempre risalendo si incontra il «put de Savognì» della località Rango, dove la protezione di sinistra che dovrebbe impedire eventuali salti nel torrente Agna, 5 o 6 metri più in basso, è a dir poco posticcia e rotta in più punti. Proprio in quel punto, in inverno l’asfalto è costantemente ghiacciato. Sempre in Rango, dove spicca ancora funzionante la centralina idroelettrica realizzata nei primi anni del ’900, c’è un tratto di oltre una cinquantina di metri di barriera in ferro angolare zincato da paura. IL PROBLEMA, vecchio di una ventina d’anni (da quando la barriera è stata posata) è dato dal fatto che la protezione non è stata ben fissata, e buona parte della struttura, se ci si appoggia, traballa muovendosi verso l’esterno. Se fosse urtata da un veicolo, quest’ultimo precipiterebbe nel torrente 6 metri più in basso. Passando alla località «Canai», 500 metri sotto Rango subito prima della Santella della Madonna, da una decina d’anni campeggia un’altra barriera anch’essa sfondata, con le due estremità lontane l’una dall’altra. ESISTONO POI MOLTI altri punti critici meno evidenti, che lo diventeranno se l’abbandono attuale continuerà: «I lavori per mettere in sicurezza una strada essenziale per i circa 500 residenti dell’area della Degagna - commenta Giuseppe Ferrari, ex amministratore comunale leghista residente proprio nella frazione - non si possono più posticipare». Poi torna su una vecchia polemica accesa da lui quando negli anni scorsi, pur essendo in maggioranza, contestava «le forti spese sostenute per la biblioteca - osserva l’assessore Giuseppe Ferraro -. Parte di quel denaro sarebbe più utile per interventi strategici di messa in sicurezza come appunto quello sulla strada intervalliva». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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