La toponomastica si dimentica delle donne

di Massimo Pasinetti
Il docente di Geografia Cesare Laconi durante la mappatura di VestoneLa «mappa di genere» della città di Brescia già pubblicata
Il docente di Geografia Cesare Laconi durante la mappatura di VestoneLa «mappa di genere» della città di Brescia già pubblicata
Il docente di Geografia Cesare Laconi durante la mappatura di VestoneLa «mappa di genere» della città di Brescia già pubblicata
Il docente di Geografia Cesare Laconi durante la mappatura di VestoneLa «mappa di genere» della città di Brescia già pubblicata

Presto arriverà in rete anche la mappatura di alcuni borghi valsabbini, ma difficilmente il risultato cambierà. La ricerca di livello internazionale che vede coinvolti anche i ragazzi della classe seconda Afm (Amministrazione finanza e marketing) del «Perlasca» di Idro sta dimostrando il peso di millenni di maschilismo: nelle strade del mondo, e anche in quelle bresciane, le targhe che ricordano donne che hanno lasciato il segno sono una rarità. Guidati dal docente di Geografia Cesare Laconi, e utilizzando il sito internazionale OpenStreetMap, un software libero e collaborativo, gli studenti dell’ex ragioneria stanno lavorando a un progetto di cartografia collaborativa planetaria i cui risultati saranno poi disponibili gratis per tutti, e si stanno occupando ora della mappatura di Vobarno, Vestone, Idro e Lavenone. «Una seconda fase - spiega Laconi - successiva alla realizzazione e alla pubblicazione della mappa di genere di Brescia». Gli studenti del Perlasca stanno collaborando per questa operazione con l’associazione sudamericana «Geo chicas»: un gruppo di donne collegate a OpenStreetMap in origine di lingua spagnola ma oggi con una distribuzione sempre più internazionale. Si tratta di 6 milioni e mezzo di utenti che vogliono ridurre finalmente le differenza di genere in un mondo ancora machista, e che hanno attivato il progetto “Las calles de las Mujeres”». I temi di cui le chicas si occupano sono la lotta alla violenza di genere e la cura della salute femminile. Ma anche la tutela delle minoranze. «Dopo il contatto con questo gruppo è nata la nostra collaborazione attraverso OpenStreetMap - prosegue il docente -; una comunità di mappatori che raccolgono e conservano i dati su strade, sentieri, stazioni ferroviarie e molto altro in tutto il mondo, e per ora le città mappate sono 23, tra le quali Brescia è l’unica italiana. La situazione nel capoluogo? Le strade al maschile sono il 95% del totale, mentre solo il 5% delle vie ricorda donne. Tra le altre Ada Negri, Sofia Testi, Carolina Bevilacqua, Grazia Deledda e Veronica Gambara». DAVVERO niente rispetto, per esempio, all’Havana, la capitale di Cuba, dove la memoria femminile riguarda il 40% della rete stradale. Nell’isola del socialismo è stata sconfitta la diseguaglianza? No, ha pesato il cattolicesimo, perché non si contano le dediche mariane a «Nuestra Señora de...». Come detto il progetto è attuato dalla seconda Afm, ma ha un respiro che coinvolge tutto l’indirizzo: «Ora, in tempi brevi i 20 ragazzi della seconda (11 maschi e 9 femmine) mapperanno tutte le vie di Lavenone, Idro, Vestone e Vobarno, e anche qui il risultato vedrà di sicuro una prevalenza al maschile». •

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