La tragedia del Vajont: parla l’ultimo testimone

di A.GAT.
La nuova diga del Vajont, ricostruita dopo il disastro del 1963
La nuova diga del Vajont, ricostruita dopo il disastro del 1963
La nuova diga del Vajont, ricostruita dopo il disastro del 1963
La nuova diga del Vajont, ricostruita dopo il disastro del 1963

La tragedia del Vajont raccontata da Italo Filippin, uno dei pochi sopravvissuti al disastro del 9 ottobre 1963 in cui morirono più di 2000 persone: appuntamento domani sera a Gavardo, dalle 20.45 al Teatro Pio XI di via Mangano. ITALO aveva 19 anni la notte in cui la diga tracimò: viveva a vive a Erto, fu tra i primi a portare soccorso, da sempre si è battuto per poter continuare ad abitare nel suo paese d’origine, di cui è stato anche sindaco e commissario. Oggi è testimone vivente di una delle più grandi stragi della storia d’Italia: da anni in tour in tutto lo Stivale, ha raccontato quanto successo a migliaia di persone. IN QUELLA NOTTE terribile notte, allo scoccare delle 22.39, dal Monte Toc si staccarono circa 270 milioni di metri cubi di roccia, provocando un’onda alta più di 250 metri, che distrusse tutti gli abitati lungo le sponde del lago nei Comuni di Erto e Casso, fino a riversarsi in valle, distruggendo orribilmente anche Longarone (dove si contarono 1.500 vittime) e anche tutti i paesi limitrofi lasciando lutti, macerie e un ricordo indelebile.

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