Lo Stato sbaglia i conti e Sabbio non ci sta

di Massimo Pasinetti
L’esterno della casa di riposo comunale di Sabbio Chiese
L’esterno della casa di riposo comunale di Sabbio Chiese
L’esterno della casa di riposo comunale di Sabbio Chiese
L’esterno della casa di riposo comunale di Sabbio Chiese

Tra i tanti Comuni che per motivi diversi, ma quasi sempre riconducibili a maltrattamenti finanziari, stanno litigando con lo Stato c’è anche quello di Sabbio Chiese, alle prese con tagli per 360 mila euro del Fondo di Solidarietà che spetta all’ente locale. Il motivo? Il capitolo si è aperto nel 2013, quando il bilancio della casa di riposo, che è comunale, ha iniziato a essere considerato solo un’uscita per l’ente locale, facendo schizzare verso l’alto l’ammontare dei costi sociali ma dimenticando contemporaneamente le entrate, costituite essenzialmente dalle rette. Spiegando meglio, se il municipio spendeva 100 per la Rsa e incassava sempre 100 dalle rette degli ospiti della «Belli» (nella realtà la copertura è assicurata fino al 95% da rette e trasferimenti dalla Regione), il denaro incamerato non veniva preso in considerazione nella determinazione dei costi sociali sostenuti. «Il risultato è stato l’inquadramento del nostro ente tra quelli che spendono troppo per il sociale, e questo - commenta il sindaco Onorio Luscia - ha comportato ogni anno la decurtazione di 60 mila euro dai conferimenti statali». Così, nei 7 anni che vanno dal 2012 al 2018, Sabbio ci ha rimesso complessivamente 420 mila euro che gli spettavano. «ABBIAMO protestato da subito per quanto stava succedendo - aggiunge Luscia -, guidati nella protesta dal Comune bresciano di Rudiano e da quello bergamasco di Brembate di Sopra, che come noi sono alle prese con case di riposo a gestione pubblica, e nel novembre del 2018 c’è anche stato un incontro a Roma al ministero dell’Economia e delle Finanze. In quella occasione è emersa con chiarezza la penalizzazione subita dagli enti come il nostro. Addirittura i funzionari della Ragioneria di Stato hanno riconosciuto l’errore nell’algoritmo utilizzato per il calcolo». È cambiato qualcosa? È stato da poco approvato un decreto ministeriale che sancisce un rimborso una tantum pari, per questo 2019, a 37.622 euro. Come dire che quest’anno il taglio quest’anno sarà di «soli» 22.378 euro. Rimane comunque inaccettabile. E la promessa del sottosegretario del ministero del governo giallo-verde ormai caduto, che oltre allo storno di 37.622 euro aveva promesso un intervento strutturale, per gli anni futuri, sui meccanismi di calcolo dei trasferimenti, che fine farà? Intanto Sabbio Chiese, insieme alle altre realtà danneggiate dal fatto di gestire direttamente le rispettive Rsa, riprende la battaglia «per l’ottenimento di un intervento urgente di perequazione finanziaria - spiega il sindaco -: in sostanza un ricalcolo dei trasferimenti del 2020 e successivi a valere sul Fondo di Solidarietà, per garantire l’equilibrio di bilancio della gestione corrente dei nostri enti. Se non sarà possibile ottenere la restituzione dei 400 mila euro perduti in questi 7 anni, che almeno si vada a regime: i 60 mila tagliati ogni anno finora non devono più essere detratti». •

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