Mura e Passo del Cavallo il fuoco non molla la presa

di Massimo Pasinetti
L’elicottero pesca l’acqua dal laghetto di BongiLe fiamme sulla Corna di Savallo domate a fatica nella giornata di ieri dai volontari
L’elicottero pesca l’acqua dal laghetto di BongiLe fiamme sulla Corna di Savallo domate a fatica nella giornata di ieri dai volontari
L’elicottero pesca l’acqua dal laghetto di BongiLe fiamme sulla Corna di Savallo domate a fatica nella giornata di ieri dai volontari
L’elicottero pesca l’acqua dal laghetto di BongiLe fiamme sulla Corna di Savallo domate a fatica nella giornata di ieri dai volontari

Le fiamme non si arrendono facilmente e ieri è stata un’altra giornata di intenso lavoro per i volontari che stanno faticando a domare il fuoco scaturito dal doppio focolaio di origine dolosa di Casto (in località Regazzina e alla Corna di Savallo). L’intensità dell’incendio in serata era sotto controllo, grazie anche all’azione dei Canadair e degli elicotteri. SUL FRONTE di Casto verso Bione, nella mattinata di ieri sono stati spenti gli ultimi focolai. Ma intanto le fiamme avevano superato il confine valsabbino ed intaccato il bosco sopra il Passo del Cavallo a Lumezzane. Per questo i due elicotteri Erickson hanno continuato a gettare acqua pescandola dalla pozza dei Piani di Lò di Bione con l’obiettivo di spegnere l’ultimo focolaio attivo grazie ad un attacco in forze. E sembra che non si sia lontani dall’obiettivo. Sull’altro fronte invece, quello partito dalla Corna di Savallo sopra Comero di Casto e che si era poi spinto in Valtrompia intaccando Marmentino e Lodrino, tutto è stato spento, esclusi però alcuni fuochi a Mura: «In quest’ultima zona - spiegano i volontari - l’incendio spento purtroppo è ripreso. La difficoltà sta nel fatto che a causa dell’orografia del territorio i focolai sono a macchia di leopardo. Quindi, mentre ci si dedica ad una zona e, con l’aiuto continuo dei 2 Canadair che pescano acqua dal lago d’Idro e dell’elicottero che la prende invece dal laghetto di Bongi, spegniamo il focolaio, ecco che da un’altra pate le fiamme ripartono». Infatti, mentre il fuoco che, partito dietro la Corna di Savallo e poi sceso alla località Vaso dove una cascina è stata a rischio, non brucia più, le fiamme sono ripartite verso Prato Quadro, in direzione di Lavino e delle Pertiche. Ora i focolai di Mura sono marcati stretti dai volontari di Valsabbia e Valtrompia. Da un lato ci sono buone speranze, visto che il fuoco più che avanzare arretra. Ma dall’altro preoccupa il fronte articolato delle fiamme più difficile da controllare. Ma la situazione sembra ormai tendere, seppur a fatica, verso una conclusione positiva. A rendere difficoltoso il complesso e faticoso lavoro svolto in questi giorni da decine di volontari ci si è messo anche il tempo: sono infatti state 3 giornate ventose, senza neanche una goccia d’acqua a cadere dal cielo. A Lodrino ieri per precauzione sono state organizzate squadre per il controllo notturno e l’eventuale bonifica di alcuni punti del terreno rimasti caldi ed anche nella mattinata la zona nei roghi è stata battuta al metro per assicurarsi che non ci fossero pericolose braci. •

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