L’occasione era quella, istituzionale, degli auguri di Natale e di felice anno nuovo alla cittadinanza. Ma la lista di opposizione «Insieme per Vobarno» ha deciso di approfittarne per lanciare un appello: «Salviamo la biblioteca!». Lo ha fatto distribuendo un volantino che è arrivato nelle case nei giorni scorsi e prendendo ufficialmente posizione su un tema, quello del ventilato trasloco della biblioteca dall’attuale sede all’ex municipio, che è sempre più sotto i riflettori. «LA GIUNTA - si legge nel volantino - ha incaricato un professionista per uno studio di fattibilità sull’ipotesi di spostare gli arredi della biblioteca in altro stabile - dalle punterie della ex Falck all’ex palazzo comunale appena restaurato, in centro - Ricordiamo che la nostra biblioteca, tra le più prestigiose in Lombardia perché allestita in un sito di archeologia industriale, testimonia l’antica vocazione del territorio: fondere cultura del lavoro e cultura generale. Per l’appunto le nostre radici, da trasmettere alle generazioni future. Il trasloco sarebbe uno sfregio alla comunità. E con lo svuotamento dell’ex punteria si creerebbe un altro area a rischio degrado». Per questo «Insieme per Vobarno» dice no allo studio di fattibilità e al trasloco. «La biblioteca deve restare dov’è perché è spaziosa e funzionale alle tante attività didattiche. E contiene una bella sala conferenze». Servono però opere di manutenzione, punto sul quale sembrano essere tutti d’accordo. «Si proceda con quelle. Ma nessun sindaco deve arrogarsi il diritto a un simile passo senza interpellare i cittadini con un referendum o parlandone nella vicina campagna elettorale». I SOSTENITORI del sì al trasloco dicono che biblioteca è un lusso perché costa troppo. «Vediamo che vuol dire trasferirla: nel palazzo comunale ci sono molti meno metri disponibili - replicano dalla minoranza - e per di più su quattro livelli. E la portata delle solette, pur se rinforzate di recente? Il peso di libri e scaffalature è notevole. Le attrezzature sono adattabili o bisogna comprarne di nuove? Qual è lo stato di impiantistica, telefonia, informatica e multimediale? Ci saranno i risparmi sulle spese generali? E quali saranno i costi del trasloco? Come potrà svilupparsi la rete di servizi che la biblioteca offre oggi se si restringono gli spazi? Ed è illusorio pensare che basti una sola persona a reggere tutta l’attività. A meno di limitarne l’utilizzo al prestito di libri, annullando ogni altra iniziativa per giovani, scuola e comunità». In conclusione: «Se negli anni più duri della crisi è stata conservata questa bella realtà, non va smantellarla oggi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA