Pagamenti ai fornitori: un ente su 2 fuori dall’Ue

di Cinzia Reboni

Tutte le aziende vorrebbero lavorare per i Comuni di Polpenazze e di Corzano. Il paese gardesano guida la classifica nazionale dei 500 Enti pubblici più virtuosi d’Italia saldando le fatture a stretto giro di posta, vale a dire mediamente in soli 7 giorni. Ma a livello provinciale c’è chi fa meglio. Perché - sia pure fuori graduatoria, dal momento che per entrare nella lista dei «top» per tempestività dei pagamenti il Ministero delle Finanze e dell’Economia considera solo le realtà che hanno ricevuto almeno mille fatture per un importo complessivo superiore al milione di euro - il piccolo Comune della Bassa è il più veloce di tutti, pagando i suoi debiti in 48 ore. SEMBRA impossibile, ma è così. «Per noi è la normalità - spiega il sindaco di Corzano Giovanni Benzoni -. Al momento del ricevimento della fattura, previa verifica, il pagamento parte il prima possibile, a volte anche il giorno dopo. Chi presta la sua opera per gli enti pubblici si trova spesso alle prese con procedure che tendono ad allungare i tempi. Se ci mettessimo anche noi col ritardo dei pagamenti, finiremmo per mettere in difficoltà le aziende. Chi lavora deve essere pagato il giusto - sottolinea il sindaco di Corzano -, e soprattutto il prima possibile. È una prassi alla quale non siamo mai venuti meno, con un’attenzione precisa e puntuale nei confronti dei nostri fornitori». «Sapevo che eravamo veloci, ma non fino a questo punto», ammette con soddisfazione e un po’ di stupore il primo cittadino di Polpenazze, Andrea Dal Prete. Il suo Comune è stato protagonista di un’eccezionale performance: lo scorso anno era entrato per la prima volta nella classifica dei 500 virtuosi, al 50° posto in Italia, quinto tra i bresciani. Quest’anno è riuscito ad anticipare le scadenze da 18 a 23 giorni e posizionandosi al primo posto a livello nazionale. «In questo modo aiutiamo l’economia reale - aggiunge Dal Prete -. Le imprese hanno bisogno di liquidità per far fronte agli impegni e fare nuovi investimenti». Se qualche giorno di ritardo non fa la differenza, «qualche mese sì - incalza Dal Prete -: se il lavoro è stato fatto, va pagato, e un Comune dovrebbe spendere soltanto se ha liquidità, senza danneggiare i privati. Noi investiamo quando abbiamo i soldi, altrimenti aspettiamo. Polpenazze non ha problemi economici: il paese è piccolo, ma finanziariamente solido». Sono 15 gli enti bresciani - 13 Comuni e due Asst, quella del Garda e quella della Valcamonica - che spiccano nella classifica dei 500 più celeri nel saldo delle fatture del 2018. Dopo Polpenazze, c’è Castenedolo, storico «virtuoso», che nel 2015 deteneva il primato nazionale. Un gradino più sotto Capriano. Da sottolineare che questi tre Comuni bresciani occupano le prime quattro posizioni a livello italiano. Dopo di loro c’è Desenzano, che si assesta al 58° posto. BUONA PARTE dei Comuni bresciani sono in linea con il trend nazionale. Alla luce dei dati del sistema informativo della Piattaforma per i crediti commerciali, nel 2018 in Italia sono state saldate 20,3 milioni di fatture, per un importo pari a 120,7 miliardi di euro, che corrisponde all’81% del totale, con tempi medi di pagamento di 46 giorni. Termine questo «sforato» solo da 37 paesi bresciani (il 18%) e 13 altri enti, tra cui 7 Unioni dei Comuni. Diversa la situazione se si considera il termine di 30 giorni per il saldo fissato dalle direttive Ue, su cui la Commissione Europea effettua un puntuale e rigoroso controllo. In questo caso sono 92 i Comuni bresciani, quasi il 45%, che non rispettano i termini. Soiano è il più lento in assoluto. «Una situazione figlia della delicata e spinosa vicenda che l’esecutivo ha dovuto affrontare dopo la condanna per peculato dell’allora responsabile dell’area finanziaria del Comune - spiega il sindaco Alessandro Spaggiari -. Paghiamo dazio ad un’eredità pesante: qualche mese fa abbiamo scoperto un debito fuori bilancio di quasi 400 mila euro ed un arretrato di fatture non pagate. Da una settimana è arrivata una nuova responsabile della ragioneria, per ora a mezzo servizio con il Comune di Cellatica, ma dall’autunno sarà a nostra disposizione per 36 ore. Il che ci permetterà di ripianare i conti e riprendere la scalata alla classifica dei più virtuosi. Considero vergognoso non pagare chi lavora - sottolinea Spaggiari -, ma a malincuore devo confermare che Soiano è in ritardo. Il commissariamento è stato il male minore: il peggio è avvenuto prima. Ma adesso è in corso un’inversione di tendenza». SE SOIANO piange, Lavenone è tra quelli che non possono dire di godere di «ottima salute», con un tempo medio di pagamento delle fatture di 127 giorni. Peggio del paese della Valsabbia fanno soltanto l’Azienda ospedaliera Mellini di Chiari, che paga mediamente in 159 giorni, il Comune di Esine (153 giorni) e l’Unione dei Comuni Ceto-Cimbergo-Paspardo (130). «Il motivo principale di questo ritardo è da attribuire esclusivamente alla carenza di personale, che in un Ente piccolo deve farsi carico anche di più mansioni: dall’anagrafe allo stato civile, fino alla ragioneria - spiega il sindaco Franco Delfaccio -. Senza tener conto che negli ultimi tempi è aumentata la mole di lavoro: le procedure sono diventate molto più laboriose e complicate, e spesso richiedono nozioni di informatica che non tutti hanno nel proprio bagaglio professionale. Il Comune non è in sofferenza finanziaria- sottolinea Delfaccio -: abbiamo chiuso con un avanzo di cassa di 60 mila euro. Dobbiamo piuttosto intervenire per dare un’accelerata alle pratiche e ridurre i tempi di attesa». •

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