Pavone, si prepara l’ultimo «assalto» alla frana

di Massimo Pasinetti
La barriera già installata attorno al versante franoso che sovrasta la strada a Pavone di Sabbio Chiese
La barriera già installata attorno al versante franoso che sovrasta la strada a Pavone di Sabbio Chiese
La barriera già installata attorno al versante franoso che sovrasta la strada a Pavone di Sabbio Chiese
La barriera già installata attorno al versante franoso che sovrasta la strada a Pavone di Sabbio Chiese

È quasi arrivata la fase due per l’intervento sul dissesto di Pavone di Sabbio Chiese. Al centro dell’attenzione c’è nuovamente l’area franosa de «le Fornàs de Paù», che incombe sulla ex provinciale IV tra Vobarno e Sabbio in un punto in cui la strada, stretta tra il versante a rischio e l’alveo del fiume Chiese, si restringe. Qui sta per essere attuato il secondo, risolutivo cantiere da 240mila euro (finanziato dalla Regione) per azzerare il pericolo della caduta di materiali. Una prima operazione, finanziata dallo Stato con circa 400 mila euro del ministero a Infrastrutture e Trasporti, aveva visto la pulizia, il disgaggio e il consolidamento delle pareti rocciose e la successiva posa di 2 linee di difesa con barriere paramassi. Era avvenuto nel 2015, dopo un primo tamponamento urgente compiuto dal Comune nell’agosto dell’anno prima e costato 57.600 euro (l’80% a carico del Pirellone e il resto uscito dalle casse municipali. «In quella occasione si era provveduto al disgaggio di 2.500 metri quadri di parete rocciosa - ricorda il sindaco Onorio Luscia -, al taglio della vegetazione, alla rimozione dei massi pericolanti e alla posa di 500 metri quadri di rete paramassi rinforzata con funi di acciaio». NON ERA bastato: i sopralluoghi di controllo avevano confermato quanto già si sapeva, ma che si credeva meno grave. Ovvero che l’area potenzialmente interessata dal crollo di massi era molto più vasta del previsto, e che servivano interventi ben più estesi lungo tutta la zona delle fornaci. Successivamente, anche uno studio geologico aveva evidenziato che il pericolo di crollo era aumentato, tanto da rendere non più rimandabile il corposo intervento necessario. È da queste considerazioni che era maturato un progetto di contenimento che si sperava definitivo dedicato appunto al versante che insiste sulla ex strada provinciale IV (oggi la strada è comunale) tra Sabbio Chiese e Vobarno. I 400 mila euro necessari erano stati forniti dal ministero a Infrastrutture e Trasporti, e il piano prevedeva il disgaggio e la pulizia della parete rocciosa a ridosso della strada, e la successiva posa di altre 2 linee di barriere paramassi: la prima, da 80 metri, posta 24 metri più in alto della seconda, che di metri ne misura 40. Poi anche il consolidamento delle pareti col «rafforzamento corticale» degli ammassi rocciosi instabili della parete rocciosa affacciata sull’asfalto. Adesso l’ultimo passaggio della campagna strada sicura ha trovato i fondi necessari: «Abbiamo già ottenuto il finanziamento da 240 mila euro dalla Regione, anche se per dare il via dovremo aspettare il 2023. È però sicura la partenza di questi ultimi interventi per la sicurezza del versante di Pavone» (la frazione inizia proprio dove, in zona Fornaci, si apre l’omonima galleria che raggiunge il confine con Vobarno). •

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