Pioggia di massi,
isolata
Pertica Bassa

di Massimo Pasinetti
La frana ha completamente invaso la carreggiata della ProvincialeIl punto esatto del versante che è stato interessato dal cedimentoI giganteschi massi precipitati nel letto del torrente DegnoneOggi le operazioni di disgaggio e forse la riapertura della strada
La frana ha completamente invaso la carreggiata della ProvincialeIl punto esatto del versante che è stato interessato dal cedimentoI giganteschi massi precipitati nel letto del torrente DegnoneOggi le operazioni di disgaggio e forse la riapertura della strada
La frana ha completamente invaso la carreggiata della ProvincialeIl punto esatto del versante che è stato interessato dal cedimentoI giganteschi massi precipitati nel letto del torrente DegnoneOggi le operazioni di disgaggio e forse la riapertura della strada
La frana ha completamente invaso la carreggiata della ProvincialeIl punto esatto del versante che è stato interessato dal cedimentoI giganteschi massi precipitati nel letto del torrente DegnoneOggi le operazioni di disgaggio e forse la riapertura della strada

Una quarantina di metri cubi di massi, ghiaia e pietrame si sono staccati dal versante che sovrasta la Provinciale 55, che collega Vestone a Pertica Bassa, invadendo la carreggiata e ostruendo in parte il torrente che scorre al di sotto della strada. È successo martedì sera, e dopo un primo intervento degli agenti della Polizia locale della Valsabbia, di una squadra dei vigili del fuoco di Vestone e dei carabinieri, oltre che dei tecnici della Provincia e del sindaco Manuel Bacchetti, la Provinciale è stata chiusa al traffico. Inevitabili i disagi. Pertica Bassa è di fatto isolata, anche se si può raggiungere comunque attraverso un giro tortuoso che prevede di passare da Nozza, risalire fino a Livemmo e poi scendere ad Avenone: una quindicina di chilometri. IL CEDIMENTO. L’allarme è scattato quando la Polizia locale della Vallesabbia ha ricevuto una segnalazione da un residente in transito. Immediato l’intervento e inevitabile l’immediata chiusura della strada. Visto l’incombere del buio, temendo potessero verificarsi altre cadute di massi e detriti, si è scelto di non intervenire per sgombrare la sede stradale, rimandando il controllo e le decisioni a ieri mattina, a cura del sindaco e dei tecnici del geologo della Provincia. La frana, che ha invaso tutta la carreggiata, ha trascinato a valle circa 40 metri cubi di detriti, in parte sull’asfalto e in parte (quattro grossi massi) nel torrente Degnone che scorre parallelo alla strada, con il guard rail che è stato totalmente divelto. Il cedimento del versante è avvenuto a due passi dall’isola ecologica, al confine tra Vestone e Pertica Bassa, ma per una manciata di metri in territorio di Pertica, poco dopo il ponte Corna 23, e solo per un miracolo non ha causato feriti o peggio ancora vittime. Fosse stata colpita un’auto in transito, soprattutto da uno dei quattro massi che hanno finito la loro corsa nel Degnone, sarebbero stati guai seri per gli occupanti. I massi sono caduti in verticale da alcune decine di metri sopra la strada trascinando con sé terriccio, piante e tutto quanto hanno trovato sul loro cammino. L’ISOLAMENTO dei borghi che formano il Comune di Pertica Bassa, Levrange, Avenone, Forno d’Ono e Ono Degno, ieri ha creato non pochi problemi agli scuolabus e ai pullman, in particolare i più capienti in forza alla ditta Laffranchi che si occupa del trasporto scolastico. Ma già da oggi, pur con il disagio del giro lungo passando da Pertica Alta, il servizio è ripreso regolarmente. Ieri intanto si è deciso come intervenire. «I rocciatori della Provincia - spiega il sindaco Manuel Bacchetti - interverranno questa mattina per effettuare il disgaggio di una considerevole quantità di materiale che va fatto cadere. Poi nel pomeriggio si terrà un nuovo summit con il geologo della Provincia che valuterà se sarà possibile riaprire o meno la strada. Certo è che in un prossimo futuro, sempre a cura della Provincia, verrà posata una rete paramassi che salvaguardi la viabilità Vestone-Pertica Bassa. E a tutto questo - conclude Bacchetti - va aggiunto che dal punto in cui è caduta la frana, nello scendere verso Vestone, si incontrano parecchie altre zone del versante con massi pericolanti adagiati agli alberi, con quindi il concreto pericolo di altre frane, anche a breve». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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