Pregastine, la fiera delle automobili fantasma

di P.BAL.
I carabinieri forestali di Vobarno mettono i sigilli al sito di Pregastine
I carabinieri forestali di Vobarno mettono i sigilli al sito di Pregastine
I carabinieri forestali di Vobarno mettono i sigilli al sito di Pregastine
I carabinieri forestali di Vobarno mettono i sigilli al sito di Pregastine

Cosa ci facevano oltre cento autovetture, alcune poco più che rottami, altre in buone condizioni, in un terreno occupato abusivamente a Preseglie? Trattandosi in molti casi di mezzi sottoposti a fermo o a sequestro amministrativo, forse erano destinati a essere demoliti (illegalmente), e a sparire dopo la presentazione di una denuncia di (finto) furto da parte dei proprietari. È un’ipotesi non ancora verificata in questo caso, ma riferita a una prassi abbastanza comune. Molti degli autoveicoli sottoposti insieme al terreno a sequestro da parte dei carabinieri forestali della stazione di Vobarno - autori del blitz e responsabili delle indagini ovviamente ancora aperte - erano ancora targati pur risultando demoliti, e anche questo - insieme all’origine della sua particolare «auto esposizione» - dovrà essere spiegato dall’intermediario finito nei guai per la sua autodemolizione non autorizzata realizzata su un terreno non suo. L’AREA in questione - oltre quattromila metri quadri a Pregastine di Preseglie - apparteneva a una persona morta ed era al centro di una procedura di pignoramento e affidamento in custodia giudiziaria a terzi che non sapevano nulla dell’uso che ne faceva il «gestore»: sulla carta titolare di una attività di commercio all’ingrosso senza deposito di auto usate con domicilio a Collebeato. Un bel quadro di illegalità, arricchito dal fatto che il demolitore abusivo ha dei precedenti (per l’attività di autoriparatore abusivo e per appropriazione indebita di veicoli) e dallo spostamento e dall’ampliamento non autorizzato di un fabbricato all’interno del terreno: quello preesistente, evidentemente già non a norma, era stato condonato, e la nuova versione è stata realizzata senza alcun titolo abilitativo edilizio e senza autorizzazione paesaggistica. A completare l’opera la presenza di cumuli di rifiuti pericolosi «prodotti» dallo smantellamento delle autovetture: motori, componenti meccaniche e parti di carrozzeria collocati direttamente per terra senza alcuna protezione rappresentavano una evidente fonte di inquinamento ambientale per la presenza di sostanze tossiche come i lubrificanti esausti. L’ENNESIMO caso di artigianato d’assalto potrebbe costare molto caro al protagonista, denunciato dai carabinieri forestali non solo come sfasciacarrozze arrembante, ma anche, appunto, per le violazioni di tipo urbanistico e ambientale. •

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