Progetto rospi,
la sfida
di primavera

di Paolo Baldi
Le guardie ecologiche mentre montano le barriere a IdroI bambini di Mura alle prese con i rospi la scorsa primavera
Le guardie ecologiche mentre montano le barriere a IdroI bambini di Mura alle prese con i rospi la scorsa primavera
Le guardie ecologiche mentre montano le barriere a IdroI bambini di Mura alle prese con i rospi la scorsa primavera
Le guardie ecologiche mentre montano le barriere a IdroI bambini di Mura alle prese con i rospi la scorsa primavera

Ci vorrà ancora poco per scoprire se il sempre più marcato cambiamento climatico avrà qualche effetto su uno spettacolo notturno della natura: la migrazione riproduttiva primaverile degli anfibi che sta per iniziare. Intanto, nelle stazioni di salvataggio della Valsabbia è (quasi) tutto pronto perché la «corsa» di migliaia di animali verso laghi, fiumi e pozze sia almeno relativamente al sicuro da una delle grandi cause di mortalità: il traffico automobilistico. NELLA più importante e datata, quella di Idro, poche ore fa è stata completata la posa di centinaia e centinaia di metri di barriere temporanee di plastica che impediranno l’arrivo dei rospi comuni (la specie principale) sull’asfalto della comunale tra Crone e Vesta canalizzandoli verso una serie di sottopassi. Ci hanno pensato le guardie ecologiche volontarie della Provincia e della Comunità montana della Valsabbia, affiancate da alcuni volontari della Lipu, e la speranza è quella di bissare e superare il record storico di rospi salvati lo scorso anno: quasi 16mila. Le Gev del Broletto e di Nozza, insieme ai volontari del paese (protezione civile, alpini, cacciatori, pescatori ed ex paracadutisti) e a quelli del Progetto rospi saranno in scena nuovamente questo sabato (pioggia permettendo) anche a Mura, dove finalmente, con la posa delle barriere temporanee entrerà in funzione il sistema di protezione dei piccoli animali diretti (e di ritorno) al laghetto di Bongi finanziato da Enel Green Power, Comunità montana e Comune. Infine, nei prossimi giorni dovrebbe tornare operativo (col contributo di fatica della Guardia nazionale ambientale) anche l’operazione salva anfibi di Barghe, a ridosso della provinciale in località Ponte Re. Un intervento ampiamente migliorabile, perché manca la protezione di rospi e rane di ritorno dal fiume dopo la deposizione delle uova, e che potrebbe essere perfezionato definitivamente: poche migliaia di euro per salvare un’importante popolazione residua massacrata ogni anno dal traffico. A questo proposito, il Progetto rospi rivolge un appello alle aziende del territorio: c’è qualcuno che è disposto a fare un piccolo investimento per la natura che offrirebbe grandi risultati? Posate le protezioni partirà nuovamente il lavoro notturno dei volontari impegnati a «traslocare» e contare gli animali (per farsi avanti c’è il recapito e-mail bufobufoidro@gmail.com), e, coronavirus permettendo, anche la presentazione del Progetto rospi nelle scuole seguita da uscite serali di salvataggio con decine e decine di bambini, insegnanti e genitori. Parteciperanno a questo progetto didattico le elementari di Idro, Mura, Roè Volciano e Lavino di Pertica Alta, e quest’anno, inoltre, l’esperienza verrà estesa agli ospiti delle strutture di Idro per persone con disabilità della cooperativa sociale Cogess. •

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