«Quella bomba
ecologica va
disinnescata»

di Massimo Pasinetti
Quel che resta dei rifiuti dopo il rogo scoppiato un anno fa:  a due passi le acque del torrente DegnoneIl rogo divampato nel mese di dicembre del 2017Le operazioni di spegnimento durarono ore
Quel che resta dei rifiuti dopo il rogo scoppiato un anno fa: a due passi le acque del torrente DegnoneIl rogo divampato nel mese di dicembre del 2017Le operazioni di spegnimento durarono ore
Quel che resta dei rifiuti dopo il rogo scoppiato un anno fa:  a due passi le acque del torrente DegnoneIl rogo divampato nel mese di dicembre del 2017Le operazioni di spegnimento durarono ore
Quel che resta dei rifiuti dopo il rogo scoppiato un anno fa: a due passi le acque del torrente DegnoneIl rogo divampato nel mese di dicembre del 2017Le operazioni di spegnimento durarono ore

Una bomba ecologica che da più di un anno minaccia le acque del torrente Degnone. Nuovi guai per la martoriata Pertica Bassa, a non più di duecento metri dalla frana che martedì scorso è piombata sulla Provinciale 55 (riaperta da venerdì ma solo a senso unico alternato) e ha interrotto i collegamenti da e per la vicina Vestone. Siamo poco a monte dell’isola ecologica, in un’area a destinazione artigianale all’interno della quale sorge anche il capannone che in parte era in affitto alla Metal Rex Italia ma che è di proprietà della Trento Trans. Qui, più di un anno fa, ovvero nel dicembre del 2017, proprio nel piazzale esterno, usato dalla Metal Rex come area di stoccaggio, scoppiò un terrificante rogo che mandò in fumo (o quasi) 300 quintali di rifiuti (nailon, poliestere, altri materiali sintetici e stoffa) accatastati. CI VOLLERO ORE per domare il rogo, al quale sarebbero dovute seguire le operazioni di caratterizzazione dei rifiuti e di smaltimento. Il tutto a carico dell’affittuario o del proprietario. È passato più di un anno, si diceva, ma quel che resta dei rifiuti sopravvissuti alle fiamme, nonostante i solleciti e le denunce, è ancora lì. Per questo il sindaco Manuel Bacchetti alza la voce: «Con il comando di Polizia locale della Valsabbia, che fin dall’inizio ha seguito la vicenda, vogliamo puntare il dito contro le mancanze di chi ha l’obbligo di rimediare a questa intollerabile e pericolosa situazione. Abbiamo monitorato le procedure per smaltire quel che, impropriamente accatastato, può compromettere l’acqua del torrente Degnone. Anzi, a oggi siamo gli unici intervenuti, commissionando, all’epoca del rogo, l’intervento di un’azienda con mezzi di escavazione per recuperare i rifiuti caduti nel Degnone e dare una mano ai vigili del fuoco nello spegnere le fiamme. Per mesi l’area è stata sottoposta a sequestro dalla magistratura, e da quando è possibile intervenire abbiamo emesso ordinanze di sgombero e smaltimento finora non rispettate dai due attori coinvolti. La scorsa settimana sono stati fissati i prossimi interventi di smaltimento a carico della proprietà, che finora si era giustificata con il fatto di non riuscire a trovare aziende specializzate nello smaltire tale tipo di rifiuti disponibili per l’intervento. Tutti gli enti coinvolti - magistratura, Procura, carabinieri, ex Forestale, Arpa, Polizia locale - sono già informati». LA SITUAZIONE di stallo e il cumulo grigiastro di rifiuti che si specchia nel Degnone non sono ovviamente passati inosservati. Sono tanti i residenti che hanno chiesto delucidazioni al Comune. «Non siamo stati certo con le mani in mano in questi mesi - prosegue il sindaco Bacchetti - Tutte le parti coinvolte sono vittime delle lungaggini burocratiche del nostro sistema, che a volte impedisce soluzioni anche semplici o almeno logiche». Solo un mese fa il Comune ha denunciato affittuario e proprietario per «inottemperanza a quanto era stato ordinato», precisa Bacchetti. Ma per ora la bomba ecologica di Pertica Bassa è ancora lì, in attesa di essere disinnescata o di esplodere. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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