Reati venatori, un elenco interminabile

di Paolo Baldi
I fringillidi trovati in MaddalenaGli uccelli protetti sequestrati alla docente di cacciaLa liberazione di un pettirosso catturato da una rete
I fringillidi trovati in MaddalenaGli uccelli protetti sequestrati alla docente di cacciaLa liberazione di un pettirosso catturato da una rete
I fringillidi trovati in MaddalenaGli uccelli protetti sequestrati alla docente di cacciaLa liberazione di un pettirosso catturato da una rete
I fringillidi trovati in MaddalenaGli uccelli protetti sequestrati alla docente di cacciaLa liberazione di un pettirosso catturato da una rete

Proprio ieri, giorno di diffusione del bilancio (parziale) dell’attività di vigilanza venatoria, l’elenco dei denunciati si è allungato con un cacciatore vagantista sorpreso a Bione a sparare a qualsiasi cosa. L’uomo è scappato ma, individuato attraverso la sua auto, è stato raggiunto a casa, dove nascondeva un arsenale di reti e trappole. È stata l’ultima operazione in ordine di tempo che ha visto sul campo i carabinieri forestale che fanno capo al Gruppo di Brescia, protagonisti, dall’apertura della stagione di caccia, della stesura di oltre 40 denunce e anche di un arresto; oltre che del sequestro di 20 fucili, di centinaia di uccelli vivi e morti e della compilazione di sanzioni per migliaia di euro. Giorni fa abbiamo pubblicato il resoconto dell’Operazione pettirosso condotta dai colleghi del Soarda, ma negli stessi giorni, e anche ora che il reparto speciale se n’è andato, i militari delle stazioni hanno continuato e continuano a contrastare il bracconaggio portando a termine operazioni molto importanti. E fonte di riflessioni sull’ampia sovrapposizione - purtroppo - tra caccia legale e stragi fuorilegge. Nel Bresciano questa è una quasi normalità; e del resto come potrebbe essere diversa la realtà se è finita nei guai per l’uccisione di specie protette e l’uso di richiami elettronici anche una vagantista che cura la formazione di chi si prepara a sostenere l’esame per ottenere la licenza di caccia? Tesserata all’Anuu migratoristi, la signora deve avere una visione molto personale del concetto di legalità; così come dell’elenco delle specie cacciabili. Perché i carabinieri forestali, che l’hanno sorpresa in azione sul territorio di Bedizzole pochi giorni fa insieme a un altro vagantista denunciato come lei, le hanno contestato l’uso del fonofil che portava addosso, e l’abbattimento di un pettirosso, di una pispola e di un fringuello. Il meglio però è saltato fuori dalla perquisizione della casa della «maestra di caccia»: oltre 300 uccelli protetti nel congelatore, tra i quali oltre cento pettirossi. TORNANDO indietro nel tempo, in ottobre i militari che fanno capo al Gruppo di Brescia hanno effettuato anche l’unico arresto (per ora) della stagione venatoria. È successo in Valsabbia, a Pertica Bassa, dopo la cattura di un uccellatore, titolare del negozio di alimentari di Ono Degno, con una tesa di quasi 180 archetti e sei reti. E sempre in Valsabbia, sul territorio di Sabbio Chiese, i carabinieri forestali hanno messo nei guai anche un cacciatore e giardiniere «infedele»: usava l’ampio parco di una villa altrui di cui curava la manutenzione per il suo hobby di uccellatore, e forse le due lunghe reti (per 30 metri) che gli sono state contestate gli hanno causato anche qualche ricaduta professionale negativa. FACEVA invece tutto in casa propria, o meglio nel terreno di pertinenza del suo capannone, l’uccellatore pluridenunciato (tre volte) sorpreso a Travagliato con sei reti, due gabbie trappola e 18 richiami vivi tutti protetti, mentre tornando ai cacciatori allergici alle regole, un blitz tra i capanni e i prati del monte Ladino di Lumezzane ha fruttato tre denunce in una sola mattina: richiami vivi vietati, fonofil e fringillidi abbattuti. Sostanzialmente la stessa situazione portata allo scoperto sul territorio comunale di Brescia. Come confermato dagli stessi denunciati, sorpresi da controlli che a loro dire non erano mai avvenuti nell’arco di decenni, il monte Maddalena è, o meglio era una sorta di zona franca, e un blitz portato a termine solo pochi giorni fa ha permesso di scoprire due capannisti che sparavano a tutto ciò che volava usando in un caso fringuelli, peppole, lucherini e frosoni come richiami vivi, e nell’altro un fonofil col canto registrato del fringuello. •

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