Scuola media
messa alle
strette. «A rischio il diritto allo studio»

di Massimo Pasinetti
I lavori nell’ex Itis nei mesi scorsi per adeguare gli spazi alle medieLa riqualificazione della scuola media costerà 5 milioni di euro
I lavori nell’ex Itis nei mesi scorsi per adeguare gli spazi alle medieLa riqualificazione della scuola media costerà 5 milioni di euro
I lavori nell’ex Itis nei mesi scorsi per adeguare gli spazi alle medieLa riqualificazione della scuola media costerà 5 milioni di euro
I lavori nell’ex Itis nei mesi scorsi per adeguare gli spazi alle medieLa riqualificazione della scuola media costerà 5 milioni di euro

Lettera aperta dei docenti della scuola media «A. Migliavacca» di Vobarno, firmata da tutti gli insegnanti in forza all’istituto, 29, al sindaco Paolo Pavoni per chiedere spazi adeguati per lo svolgimento della didattica nella sede «provvisoria» in cui è stata appena trasferita. Un trasloco dettato da importanti lavori di riqualificazione, per un importo di 5 milioni, che determineranno la riapertura non prima del settembre 2022. «IL NOSTRO malessere - scrivono i docenti - si deve alla mancanza di spazi per la didattica, convinti che evidenziandole, le difficoltà si possono superare con l’aiuto di tutti, ognuno per quanto può». Che cosa serve? «Un luogo dove svolgere il nostro lavoro in piccoli gruppi di alunni, e un altro dotato degli strumenti per collegarci in video-lezione con le classi in Dad. Queste sono le priorità». La lettera prosegue: «Nei primi giorni dopo il trasloco evidenti le indubbie difficoltà. Non siamo in condizione di lavorare come dovremmo, e grosso è il rischio della mancata tutela del diritto allo studio degli alunni più fragili». Queste le difficoltà denunciate dagli insegnanti: «L’edificio ex-Itis non ha abbastanza locali: gli spazi bastano a malapena per le classi 1^ e per alcune lezioni individuali per l’indirizzo musicale della nostra scuola. Sarà di fatto impossibile, anche in futuro, svolgere musica d’insieme (orchestra). Mancano poi tanti spazi: quello per le lezioni in presenza delle prime e a distanza per le classi secondo e terze, un altro per chi ha l’ora alternativa alla religione cattolica, uno per fare ginnastica, insegnata ora solo in teoria, uno per la ricreazione e uno per l’attività di sostegno». Una situazione che procura disagio e rammarico per non poter mettere in atto quanto previsto dall’ultimo Dpcm, che recita «fatta salva la possibilità di svolgere attività in presenza, qualora sia richiesto l’uso di laboratori o sia necessaria vista la situazione di disabilità dei soggetti coinvolti e in caso di disturbi specifici di apprendimento od altri bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe in didattica digitale integrata». In Comune si sta lavorando alla ricerca di un luogo adatto al ritorno a scuola di ogni classe: «Ma nel frattempo che si fa? Come possiamo garantire la frequenza alle lezioni degli alunni con fragilità, con problemi di connessione o con mancanza di dispositivi pur distribuiti dalla scuola? Lo scorso lockdown ha dimostrato quant’è fondamentale il contatto diretto tra insegnante e alunni, soprattutto se deboli. Quindi il nostro non è un capriccio ma un dovere morale e professionale di non lasciare indietro nessuno». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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