Serle e la biodiversità Le pozze dell’Altopiano aspettano tanti inquilini

La pozza Meder come appariva dopo l’inquinamento
La pozza Meder come appariva dopo l’inquinamento
La pozza Meder come appariva dopo l’inquinamento
La pozza Meder come appariva dopo l’inquinamento

Purtroppo era finita sulla ribalta - restandoci a lungo - per una storia di tentata distruzione e non di conservazione, ma c’è anche un’altra, importante «stazione» bresciana per la salvaguardia degli anfibi; in questo caso, inoltre, per un numero di specie ancora maggiore. SI TRATTA delle antiche pozze di abbeverata di Serle; degli stagni dell’Altopiano di Cariadeghe ripristinati negli anni scorsi (in più di un caso si erano prosciugati) moltiplicando così le occasioni per la biodiversità locale. La pozza più famosa, la «Meder», era purtroppo diventata tale per lo scarico doloso di decine di chili di olio lubrificante esausto che aveva rischiato di ucciderla, e per l’imponente operazione di salvataggio di migliaia di anfibi che aveva visto all’opera Comune, Gev e volontari. Ma non è la sola, e anche a Serle nei prossimi giorni è attesa la posa di un sistema di barriere mobili che, qui come altrove, servirà a canalizzare rospi comuni, rane dalmatine e tritoni verso gli stagni evitando il passaggio sulle strade del territorio.

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