Stop alla mozione no-collettore Il Broletto non ricuce lo strappo

di Cinzia Reboni
Depuratore: la Provincia non riesce ad avvicinare le posizioni
Depuratore: la Provincia non riesce ad avvicinare le posizioni
Depuratore: la Provincia non riesce ad avvicinare le posizioni
Depuratore: la Provincia non riesce ad avvicinare le posizioni

Chi si attendeva che il Consiglio provinciale ricucisse lo strappo sul depuratore del Garda, è rimasto deluso. Anzi, l’esito del dibattito in aula rischia di radicalizzare le posizioni e di mettere a rischio anche la tenuta del Governo del Broletto. «Ai sensi dell’articolo 80 comma 3 sollevo la questione pregiudiziale e non pongo né in discussione né in votazione la mozione». Così il presidente della Provincia Samuele Alghisi ha «gelato» il documento con proposta di voto presentato dal consigliere Marco Apostoli di Provincia Bene Comune che chiedeva di «bocciare» il progetto che prevede di scaricare nel Chiese i reflui fognari prodotti dal Garda attraverso i depuratori a Gavardo e Montichiari. «Non è questa la sede per poter valutare una mozione che è di competenza di altri - ha sottolineato Alghisi -. Il dibattito ci sarà in una sede più opportuna, che è l’assemblea dei sindaci in Ato richiesta da 58 Comuni. Il Consiglio provinciale per legge non ha competenze in materia, se non per la parte residuale al termine di una procedura di autorizzazione». LA QUESTIONE pregiudiziale è stata posta anche dal consigliere Giacomo Massa: «Votare una mozione non suffragata da un’istruttoria tecnica e porre il consiglio provinciale nella situazione di cassare un progetto specifico è rischioso. La Regione pone chiaramente in capo all’Ato le competenze specifiche». Giovanni Battista Sarnico ha richiamato la relazione conclusiva del ministero dell’Ambiente, sottolineando che «sono venute meno tutte le condizioni di incompatibilità con il Chiese, facendo chiarezza su quelli che sono gli impatti che può generare questo progetto, che va nella direzione di risolvere problemi importanti che riguardano il lago di Garda». La reazione di Apostoli non si è fatta attendere. «Capisco la difficoltà di taluni gruppi consiliari di potersi esprimere, e quindi la volontà di svicolare dal dare un proprio parere, negativo o positivo, rispetto ad un progetto che sta spaccando il territorio. Dite chiaramente che non volete votare la mozione perché vi metterebbe in grossa difficoltà politica». IL CONSIGLIERE di Provincia Bene Comune ha inutilmente cercato di focalizzare il punto-chiave della mozione, e cioè che «va rispettato il bacino imbrifero dove vengono prodotti i reflui, come stabilito dal decreto ministeriale 131 del 2008. E per quanto riguarda i Comuni del Garda, il bacino è il Sarca-Garda-Mincio, non il Chiese». Ed ha rincarato la dose quando Alghisi ha parlato della Cabina di regia, come luogo deputato «ad ascoltare i pareri dei sindaci». «Peccato che i Comuni che devono ricevere i depuratori non siano mai stati coinvolti - ha sottolineato Apostoli -. Montichiari e Gavardo sono stati convocati soltanto al Tavolo tecnico, ma non hanno mai potuto dire la loro sul progetto. Basterebbe questo per creare un vulnus procedurale che inficerebbe il progetto». Al termine della seduta, Apostoli - ago della bilancia della maggioranza - ha chiesto di conoscere le motivazioni sulla «non ammissibilità» della sua mozione. «Penso sia la prima volta che si tira fuori questo “cavillo”. Quando ho presentato la mozione sull’impianto di Capriano, l’aula ha votato dicendo che bisognava tutelare il bosco. Adesso sul depuratore non ci si può sbilanciare? In realtà nessuno ci ha voluto mettere la faccia». Indignata anche Cristina Almici: «Mi è stata tolta la parola in aula e non è un bel segnale. Il fatto che i Comuni del Chiese non siano stati inseriti in Cabina di regia è una cosa che non sta né in cielo né in terra». •

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